L' impresa sembra pressoché impossibile, ma qualcosa comincia a incrinarsi quando, la notte di Halloween, il nipote di Falcone viene assassinato. Da lì in poi, per ogni festività, qualcuno legato al mafioso verrà ucciso, e comincerà la caccia al killer Holyday.
E' una grave colpa leggere Il lungo Halloween solo anni dopo aver letto Vittoria Oscura, il suo seguito diretto. Ma consideriamo che VO lo ricevetti un natale (in poche altre occasioni entro in possesso di volumi da 30 e passa euro), e il prezzo a cui si trova ILH non aiuta granché.
Comunque, chiunque conosca lo stile di Loeb saprà già cosa aspettarsi. Uno stile molto didascalico, in certi momenti decisamente inutile (inutile ripetere ogni volta che appare un personaggio la sua presentazione messa lì col copia-incolla), con toni cupi e seriosi. Decisamente "o lo ami o lo odi". Io, pur non amandolo, lo trovo piuttosto interessante. Ai personaggi viene dato ampio spazio di approfondimento, riuscendo a comprendere in pieno le ragioni del loro sviluppo (questa è sostanzialmente la storia di come Dent divenne Due Facce).
Insomma, leggetene un pò e poi deciderete.
Unica nota un pò stonata il finale. I colpi di scena si accavallano l' uno sull' altro, contraddicendosi tra di loro, tanto che io, onestamente, alla fine non ho capito chi cazzo fosse Holyday (confusione nata soprattutto dal fatto che molti di questi risvolti, in Vittoria Oscura, vengono completamente ignorati).
I disegni di Sale, invece, mi hanno convinto più qui che nel seguito. Non tanto perché siano qualitativamente migliori (ma anche qui, data la peculiarità dello stile, solo voi potrete decidere se possano essere di vostro gradimento o meno), quanto piuttosto perché ho notato un maggiore impiego di inquadrature drammatiche e giochi cromatici, acuendo così l' effetto della messa in scena.
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