Giunti alla quarta parte della saga, senza quasi rendersene conto. I libri di Adams scivolano via che è un piacere, e il mio progetto di leggerne uno l' anno (un pò tardivo stavolta) prosegue senza intoppi, di sicuro meno di quelli che sono capitati al protagonista Arthur, il quale anzi, per la prima volta da anni, si ritrova in una situazione tranquilla, quasi soddisfacente: di nuovo sulla sua rediviva Terra, con la sua vita di un tempo.
E forse è questo il principale problema del libro, il fatto che il 90% di esso si svolga sulla Terra, setting che per forza di cose non permette all' autore di dare sfogo alla verve creativa e narrativa che sfodera con gli elementi più "spaziali" del racconto, producendo quindi quello che è di sicuro il racconto dal ritmo più lento della saga. Lentezza comunque relativa, visto che parliamo di un libro di duecento pagine appena, e che comunque si lascia leggere piacevolmente. Solo che la vicenda tra Arthur e Fenny non è molto entusiasmante, e non ha particolari impennate, se non dopo due terzi del libro.
A prescindere da tutto, comunque, un passaggio obbligato verso la quinta parte.
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