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martedì 15 gennaio 2013

Alan Wake [360] - Recensione



Parto col dire che la trama di Alan Wake non è niente di speciale. In giro ne ho sentite d' incredibili a proposito di essa, ma a ben vedere non c' è niente di così originale o sorprendente. Raccontata bene, questo si, senza dubbio.

Un' ottima regia dei filmati, e una gestione quasi sempre intelligente dei tempi narrativi (purtroppo certe fasi sembrano esserci solo per allungare il brodo, come quando s' impiega un' ora a raggiungere la stazione radio, per poi andarsene di lì appena vi si arriva, senza alcun evento significativo), mi hanno preso, sorprendentemente, e superata la metà gioco ero piuttosto intrigato dal vedere come sarebbe andata finire. Il tutto fino ad un finale "meh", poco chiaro e un pochino scontato, se devo esser sincero (se esiste qualsiasi ampliamento via DLC, lo sto ignorando; mi baso sul gioco in sé).
Stesso discorso i personaggi; nulla di sconcertante, sia in positivo che in negativo (avrebbe potuto far pendere l' ago verso il negativo l' agente di Wake, ma sul lungo termine anche lui ha i suoi momenti).

Alan in sé è un po' bietolone. Una cosa inconcepibile, contando che non avrà manco 40 anni, e che purtroppo si riflette sul gameplay, è che dopo dieci metri di corsa lui rallenti come un bufalo azzoppato in preda ad un asma congenita.


Il discorso fatto per l' intreccio per Alan Wake può essere riflesso su tutto il resto della produzione. Un prodotto che non riesce a brillare sotto alcun punto di vista, ma riesce comunque a sollevarsi dalla mediocrità.

Il gameplay è impostato come un classico third person adventure dell' era "post Resident Evil 4", con una telecamera che pone il protagonista lungo il bordo dello schermo (per una curiosa scelta è possibile spostare l' inquadratura a destra o sinistra, con risultati un pò scomodi, a mio avviso), e l' interazione con gli ambienti affidata in larga parte ad un unico pulsante. A dispetto delle promesse in sede di sviluppo (ma non ho intenzione d' impelagarmi nel riassunto delle traversie affrontate), il risultato è meno "rivoluzionario" di quanto dettoci inizialmente.
Ma classico non significa pessimo. Giocare ad Alan Wake, se non fosse per un paio di magagne, sarebbe anzi strettamente raccomandabile a tutti i possessori del sistema. Tali magagne, purtroppo, lo frenano considerevolmente.

La prima di queste sono i controlli. Per quanto generalmente fluidi e soddisfacenti nella risposta, nei momenti più caotici dimostrano tutta la loro debolezza nel permettere di gestire le situazioni più critiche; l' esempio peggiore è essere incastrati nello scenario, complici un certo numero di nemici (mai esigui, almeno col settaggio a Difficile, come l' ho giocato io).
Riuscire ad uscire dall' impossibilità di fare alcunché, o anche solo allontanarsi dalla zona calda, è stata causa di molti sproloqui rivolti allo schermo, al punto che, fatto l' occhio per le situazioni senza speranza, quando ne vedevo una lasciavo che il personaggio morisse per riprovarci daccapo.
Comunque sia, come ho detto, questi sono problemi situazionali. Per la maggior parte del gioco, il controllo esercitato sul personaggio lascia soddisfatti.

La seconda, ed è ciò che credo affossi tutto, è la ripetitività. Ciò che fece grande il succitato Resident Evil 4 fu soprattutto la varietà di situazioni in cui il giocatore viene posto. Tuttò ciò è carente in Alan Wake. A cominciare dagli ambienti, che per la metà e oltre del gioco consistono nello stesso dannato bosco (d' atmosfera, per carità, ma dopo l' ennesima incursione lascia il tempo che trova), per continuare con le situazioni proposte, visto che per la maggior parte del tempo si dovrà semplicemente andare dal punto A al punto B uccidendo eventuali nemici.
Per fortuna nostra, man mano che ci si avvicina al finale, entrambe queste carenze vengono ammortizzate da un pò di varianti rispetto alla maledetta foresta, come anche qualcosina di diverso negli eventi messi davanti a voi, come per esempio il doversi difendere sfruttando una "postazione fissa". Nulla di originale, sia chiaro; cose viste e straviste, ma aggiungono pepe.

I nemici più odiosi in assoluto sono quegli uccelli di merda. Fastidiosissimi.


Ma la componente horror? Come per la trama, c' è chi dice che in questo campo il gioco sia incredibile, addirittura agghiacciante. Dico solo questo: escluso Dead Space (e di nuovo, se vogliamo considerarlo horror, Resident Evil 4), non ho mai giocato ad un survival. Non sono quindi esattamente un patito dell' orrore navigato che ne ha viste di cotte e di crude. Qui, a parte qualche qualche "jump scare" dovuto ad un nemico non visto, non ho provato assolutamente paura. Diciamo che il gioco riesce a non farti addormentare, grazie ad un minimo di tensione dovuta in certi punti dal non sapere di preciso quando si sarà attaccati, ma niente più.
A tenere le corde tese, comunque, ci pensa l' interessante sistema di combattimento. Qualsiasi nemico affrontato sarà ricoperto da un' aura oscura che lo proteggerà da qualsiasi attacco. Prima di poterlo danneggiare dovrete illuminarlo con la vostra torcia (o altri elementi luminosi) fino a depurarlo, e solo dopo lo attaccherete. Questo sistema rende gli scontri decisamente intensi e divertenti d' affrontare, senza contare la discreta strategia necessaria per gestire le varie risorse, quali munizioni e pile per la torcia, specie per non restarne a secco.

Il sistema della torcia non sarebbe così efficace senza un buon sistema d' illuminazione, e questa è la punta di diamante della vesta grafica. L' illuminazione dinamica rende a dir poco vivi i già dettagliatissimi ambienti (pur essendo passati anni dal' uscita, certi scorci mozzano ancora il fiato). Ad abbassare i toni ci stanno delle espressioni facciali un pò da fantoccio, ma è un pò cercare il pelo nell' uovo. La veste grafica di Alan Wake è senza dubbio il suo aspetto migliore.
Il sonoro è altrettanto curato. Ottimi effetti sonori, e belle musiche (tracce non originali; peccato suonino solo alla fine di ogni episodio). Il doppiaggio italiano è nella media, molte voci familiari nel settore.

In generale, non mi pento assolutamente di aver giocato ad Alan Wake. Rimane certo il rammarico per il downgrade di un prodotto che in origine avrebbe potuto (e dovuto) essere qualcosa di colossale, ma che così si è contentato di essere un prodotto nella media ben confezionato. Un misto di un destino difficile e di scelte cattive (come la quantità di collezionabili inserite. Thermos del caffé, pagine del manoscritto, programmi tv, programmi radiofonici... dio! Certe volte mi sentivo costretto a girare a vuoto per l' ambiente per trovare tutta sta roba).


Grafica: 9
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 7

Voto: 7


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