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giovedì 12 agosto 2010

New Super Mario Bros. Wii [WII] - Recensione



A dispetto dell' essere nato nel '90, ossia svariati anni dopo la sua uscita originale, ebbi la fortuna di crescere con i giochi di Mario dell' era NES, grazie all' acquisto di Super Mario Bros. All Stars per il Super Nintendo (paradossalmente, non ho mai avuto Super Mario World!), e non avendo mai posseduto alcuna consolle 3D Nintendo fino al recente acquisto del Wii, non ho mai avuto grandi rapporti col Mario 3D, restando legato maggiormente legato alla vecchia impostazione 2D. Motivo per cui mi avvicinai speranzoso a New Super Mario Bros. per il DS, trovandovi un ottimo gioco dalla difficoltà abbastanza caina, rovinato però da un sistema di salvataggio a dir poco scandaloso, specie per un gioco portatile.


Perciò tagliamo la testa al toro, la riedizione per Wii ha un sistema di salvataggio degno di questo nome. È ancora possibile effettuare il salvataggio "fisso" solo dopo aver oltrepassato il castello di metà o di fine mondo, ma stavolta potremo anche effettuare un salvataggio temporaneo, che si cancellerà al suo caricamento, che ci permetterà di chiudere liberamente e serenamente la partita, senza costringerci alle assurde maratone della versione portatile.
Le altre novità del titolo rispetto all' originale sono i power up presenti. Al prezzo del Mega Fungo abbiamo il fiore di ghiaccio, il costume da pinguino, e il fungo elica. Il primo è un' interessante alternativa al fiore di fuoco, che manco a dirlo permette di
congelare i nemici, sfruttando i blocchi che formano come oggetti da lancio o piattaforme per i salti. Il pinguino è un incrocio tra il fiore di ghiaccio e il costume da rana del sempiterno Super Mario Bros. 3, ossia permette di nuotare con una bravura invidiabile, perfetto per i livelli subacquei. Infine l' elica è il solito power up tanto raro quanto ambito, poiché permette di effettuare salti portentosi e di planare, rendendo molto più facili le sezioni platform (ossia praticamente tutto il gioco).
A questi vanno aggiunti i classici fungo, fiore di fuoco, stella e minifungo. E, a volerlo considerare un power up, ci sarebbe Yoshi, utilizzabile solo in certi livelli, e devo dirlo, è un peccato che sia stato sfruttato così poco, visto che i livelli in cui è utilizzabile, a meno di non stare dimenticandomene qualcuno, si possono contare sulle dita di una mano.

Tra le novità dei controlli, l' unica da segnalare è l' avvitamento, qui effettuato scuotendo verso l' alto il Mote, e che permette d' interagire con certi meccanismi, nonché di sollevare determinati oggetti (e quindi trasportarli), ma anche di collaborare (o dare fastidio) ai compagni di gioco (ma di questo parlerò più avanti.
Il sistema di controllo in generale si rivela ben funzionale, minimale ma essenziale, avrete tutto ciò che vi servirà per affrontare i livelli. Peccato solo che certe volte basti un minimo movimento involontario del mote per effettuare il salto con l' avvitamento, cosa che porta anche al gameover, nonché a tutta una serie di bestemmie.

Ma comunque il gioco è Mario, né più né meno. Al di
là dei nuovi power up, di qualche nuovo nemico e di qualche nuovo diabolico tipo di piattaforma, il gioco è sempre quello; chi lo ha amato lo amerà ancora, chi lo odia rinnoverà la sua antipatia. La struttura di gioco è pressoché identica a quella del suddetto episodio per DS (probabilmente rappresenterà il nuovo paradigma del Mario 2D). Le trovate visive pure sono praticamente le stesse, e questo è un punto che vorrei approfondire.
I mondi sono sempre gli stessi. Lasciando da parte la questione "remake" (questo di cui stiamo parlando ora sarebbe l' upgrade di un remake), mi ha un pò infastidito che i programmatori non si siano sprecati ad inventare un mondo dallo stile nuovo di zecca. Da SMB3 non ci siamo quasi mossi: il mondo egiziano, il mondo celeste, il mondo di fuoco... più che dei livelli, dei tòpos imprescindibili. Non che sia un difetto in senso stretto, ma perché non inventare qualcosa di nuovo? Magari un mondo virtuale, o anche un mondo luna park? Luoghi comuni per i platform che però qui non credo si siano mai visti.

Punta di diamante del gioco è ovviamente il multiplayer, croce e delizia di chiunque ci si approcci. Le risate sono garantite, come anche le litigate. Tutto dipende da come vi approccerete e con chi, ma l' esperienza, in un modo o nell' altro, obiettivamente funziona.
Potrete decidere se collaborare o competere aggressivamente (a tal proposito: l' avvitamento qui serve a sollevare un compagno. Potrete sfruttarlo per fargli raggiungere superfici o oggetti troppo in alto, come anche lanciarlo via, magari dritto dentro un precipizio). Comunque, visto che non esiste la compenetrazione tra i personaggi giocanti, è facilissimo intralciarsi a vicenda involontariamente. Già in due giocatori (come ho affrontato io tutto il gioco) certe volte non intralciarsi è un casino, posso solo immaginare in quattro. Anche se a dispetto di tutto, ad avere quattro controller credo che una serata tra amici sarebbe divertentissima.

La longevità è quella solita. A giocarci serratamente, magari facendosi aiutare da un amico, si può completare il gioco in una settimana. Ad aiutare la durata del titolo ci pensa un mondo segreto sbloccabile dopo aver finito il gioco, la modalità libera (in cui affrontare liberamente i livelli del gioco con uno o più amici), e soprattutto la caccia alla monete, una vera gara di velocità nel raccogliere le monete sparse lungo i livelli (alcuni creati appositamente per la modalità) per vedere chi ne raccoglie di più.

Il solito Mario, con qualcosa di più e niente di meno. Di sicuro averlo e non provarlo in multi sarebbe uno spreco, ma la validità della campagna principale permette di essere completamente goduta anche da chi la voglia affrontare da solo.

Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Giocabilità: 9
Longevità: 8

Voto: 8,5

venerdì 6 agosto 2010

"Dracula"; di Bram Stoker

La cosa più sorprendente nel leggere Dracula è scoprire quanto il film ne abbia cambiato la figura. Non solo visivamente (la mise rossa con doppio tuppo all' inizio è totalmente assente), ma soprattutto caratterialmente, visto che nel film gli hanno dato uno stampo molto più romantico, presentandolo come un anti eroe, elemento totalmente assente nel libro, ove egli è semplicemente il male incarnato. Per dirla chiara e semplice, della celebre storia d' amore del film non esiste il minimo cenno.

Cosa rimane quindi del Conte, una volta spogliato dei caratteri che ormai gli vengono comunemente (ed erroneamente) attribuiti? Un simbolo per le forze primordiali, il puro istinto animalesco che va contro la società umana.
Dall' altro lato della barricata abbiamo Van Helsing e soci, che in questo scontro ideale dovrebbero simboleggiare la ragione umana. Dico dovrebbero perché questo punto l' ho trovato un pò ambiguo, visto che, più che la ragione umana, i "buoni" mi sembrano rappresentare i valori cristiani.
Nel libro Van Helsing ribatte spesso su quanto la mente del Conte sia "infantile" e primordiale, ma non ne ho tratto quest' impressione, visto che esattamente come loro organizza i suoi piani, Nè più né meno. La vera differenza tra i due fronti sta nelle forze a cui si appoggiano. Diaboliche per l' uno, sacre per l' altro. Percui mi sembrerebbe più corretta l' ipotesi di uno scontro "religioso" più che "istinto-ragione".

E questo ci porta ad uno dei problemi che personalmente ho riscontrato durante la lettura, ossia una certa pesantezza nella scrittura. I personaggi agiscono spesso in maniera piuttosto plateale, e certe volte si sconfina nel ridicolo, cosa che non facilita certo la lettura di un romanzo dove la prolissità è di casa (se Van Helsing avesse parlato di meno gliene sarei stato molto grato), senza contare che in certi momenti agiscono, secondo me, da perfetti imbecilli, facendosi infinocchiare da Dracula fin troppo facilmente.
Discorso a parte per Renfield, personaggio affascinante che avrebbe meritato quasi un libro per sé.

L' impressione generale che ho avuto dal libro è stata di un romanzo che, pur non avendolo trovato brutto, sia invecchiato piuttosto male, tanto che credo debba di più a ciò a cui ha dato origine che non a qualità proprie. Ne consiglio comunque la lettura a tutti, perché è comunque uno di quei libri che nel bene e nel male hanno fatto la storia, e credo sia interessante riscoprire la forma più pura di quello che ha dato il via a reinterpretazioni del genere quali Blade o Twilight.

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