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giovedì 23 agosto 2012

"Preacher", di Gart Ennis e Steve Dillon

Il reverendo Jesse Custer ha ricevuto la chiamata. Un' altra. Stavolta da parte di una potente entità divina di nome Genesis, che gli conferisce poteri pressoché sconfinati. Per non restarsene con le mani in mano, decide di sfruttare questa possibilità per togliersi un sassolino dalla scarpa: trovare Dio e fargli rendere conto di tutto il male di cui è responsabile.


Preacher per certi versi è considerabile l' opera magna di Ennis. L' ampio respiro della trama e il suo tono quasi epico in certi momenti (d' altronde una sfida a Dio non può esser da meno) ne fanno già da soli un' opera ambiziosa. I toni comunque non saranno mai eccessivamente seriosi, anzi, nella più classica tradizione ennisiana per lo più non ci si prenderà mai troppo sul serio, soprattutto grazie ad alcuni personaggi che da soli valgono il biglietto.

I personaggi sono proprio il punto forte del racconto, più dell' intreccio in sé probabilmente (comunque vario e appassionante), ma allo stesso tempo questo aspetto presenta due difetti niente male: Jesse e Tulip.
Si, proprio i protagonisti. Jesse parte alla grande, e comunque alla fine rimane lo stesso un ottimo personaggio. Ma non so, mi viene difficile definire perché, tutto somma, non mi entusiasmi particolarmente. Forse un pò troppo coatto, per i miei gusti.
Tulip invece è più chiaro perché non mi piaccia: semplicemente l' ho trovata un pochino insipida (nonostante di cose ne faccia a non finire). Quello che veramente non mi convince di loro sono le meccaniche di coppia a cui assistiamo. Capita spesso che discutano per pagine e pagine di come siano uniti dal destino, di come si ameranno "fino alla fine del mondo", di come gli piace fottere come maiali sotto effetto di afrodisiaci... ma basta! Seriamente, queste discussioni alla lunga danno l' impressione di allungare il brodo (come se servisse, Preacher non è mica breve), e arrivato ad un certo punto le saltavo a piè pari, tanto non influenzano minimamente la trama (costruzione dei personaggi? Non ti bastano 9 volumi?!)
Per il resto invece niente da dire, tutti gli altri personaggi sono perfetti, chi deve farsi odiare si fa odiare, chi deve divertire diverte (Starr regna, al punto che avrei voluto fosse lui il protagonista). Questi, complice la storia coinvolgente (nonostante qualche momento morto), fanno volare via i volumi, al punto che ci si ritrova a voler scoprire subito cosa segua.
Un mezzo disappunto per il finale, che per quanto sia tutto sommato soddisfacente, è un pò confuso.


Amatelo, perché dovete.


Chiudiamo come sempre con la grafica. Preacher è l' ennesima prova di quanto l' accoppiata Ennis Dillon sia fruttifera. Le matite del disegnatore qui si presentano perfettamente a proprio agio con temi tanto sovrannaturali, tanto che le scene presentanti elementi "divini" rendono perfettamente l' epicità richiesta. Come dico sempre, che il tratto piaccia o non piaccia è unicamente questione di gusti.
Menzione d' onore alle cover di Glenn Fabry, davvero superbe.

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