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domenica 22 gennaio 2012

The Punisher: Garth Ennis Collection vol.1 "Bentornato, Frank", , di Garth Ennis e Steve Dillon

Il primo di una serie di volumi che raccoglie alcune delle migliori storie prodotte dalla Marvel negli ultimi anni (se non decenni), e in particolare il meglio del personaggio del Punitore, parte dal momento in cui Ennis prenderà in mano in una testata a sé un personaggio complesso da trattare quale Frank Castel, che dopo esser dato per morto ritorna in una New York supplicante aiuto contro l' imperversare dei crimine, soprattutto quello di stampo mafioso.
Libero da qualsiasi restrizione nei contenuti, Ennis darà il via ad un ciclo di storie dal sapore noir, dai toni fortemente violenti e crudi, ma alleggeriti nei toni da uno humor nero che dà il tocco di classe finale.
L' impianto umoristico è supportato anche da un' altra grande introduzione nel mondo del Punitore, ossia il detective Soap, probabilmente il più sfigato dei personaggi Marvel mai concepito.
Non si pensi comunque che siano tutte risate. Frank è determinato ad epurare il mondo dai criminali, e questo si traduce in una spietatezza nei metodi (e nelle scene) che potrebbe impressionare certi lettori poco smaliziati.
Questo certe volte lo porterà ad affrontare criminali decisamente poco ortodossi, come il qui presente Russo.
Ai disegni troviamo Steve Dillon, che con Ennis formerà una coppia quasi fissa nelle testate del personaggio, e per quanto non sia il mio disegnatore preferito, devo ammettere che il suo stile calza a pennello con le atmosfere mai troppo gravi del fumetto.
Il volume perfetto per approcciarsi al personaggio in caso non lo si conoscesse.

Benvenuti al Nord


Vedere un sequel senza aver visto il primo film è una cosa da pazzi. E infatti io l' ho fatta. Non che m' illudessi, nonostante i pareri entusiasti che avessi sentito sul predecessore. Mi era bastato vedere l' originale francese (Giù al Nord, che trovai carino ma ben lontano dal capolavoro sconvolgente che dicevano, probabilmente se non si è francesi è impossibile apprezzarlo in pieno), ma per un motivo o per un altro ho visto quasi per caso il seguito del remake. E che dire, mi spiace di aver regalato 6.50 a quest' aborto.
Noia, noia, noia. Oltre il sorriso non sono mai andato. E a metà film volevo scappare dalla sala. Non mi metterò a fare commenti sull' assurdità di una trama che fa buchi da tutte le parte, specie in certe situazioni nella seconda metà del film, quello in cui fallisce appieno il film è nel far ridere in sé e per sé, cosa piuttosto grave, visto che parliamo di una commedia.
Trovo inutile anche dilungarmi ulteriormente. Evitatelo.

Carlito's Way

La cosa più interessante di Carlito's Way è che lo si potrebbe vedere come un opposto del più celebre Scarface. Se infatti nel secondo un (più giovane) Pacino rappresenta un' ispanico che vede nello smercio di droga l' unico modo per diventare "qualcuno", ed è pronto a sacrificare tutto per questo, viceversa sempre Pacino (più vecchio) è per certi versi uno Scarface che è sopravvissuto a sé stesso e che ha capito che forse il gioco non vale la candela e cerca quindi di uscire dal giro. Ma pur essendo un veterano del settore, dovrà ancora imparare che spesso è il giro stesso a tirarti dentro.
Grandissimo film, ci cui oggi stranamente se ne parla molto poco. Un must see davvero imperdibile.

La signora Ammazzatutti

Ci sono film che puntano ad un pubblico ampio, ma che paradossalmente potrebbero finire con l' essere prodotti di nicchia. E' il caso de La signora Ammazzatutti, che proprio per una sua per niente celata stupidità di fondo non ha riscosso quello che secondo me è il successo dovutogli. Intendiamoci, sono il primo a riconoscere che l' intreccio, e soprattutto il suo sviluppo nelle parti finali, sia qualcosa di a dir poco ingenuo, ma abbiamo a che fare con uno di quei classici film da guardare spensieratamente, e in tal caso vi assicuro che saprà offrirvi alcune delle migliori risate che ho provato in questo inizio di 2012.

Un giorno di ordinaria follia

Un bell' esempio di black comedy a sfondo fortemente satirico. E' uno di quei film che sanno dare allo spettatore un piacere catartico veramente raro da trovare in maniera così efficace. Seguire la progressiva spirale discendente del protagonista (uno schizzatissimo Michael Douglas) porta lo spettatore ad affrontare con lui alcuni dei cliché della nevrosi che la vita quotidiana ci porta ad affrontare, quale i commercianti disonesti, le code in macchina, persino le pubblicità ingannevoli dei fast food.
E anche se alla fine della fiera il protagonista si riveli essere un personaggio negativo, è impossibile comunque non provare quantomeno un po di empatia, se non altro per la liberatoria risposta che dà (e che forse in molti vorrebbero dare) ai problemi della vita urbana.

venerdì 13 gennaio 2012

"Neonomicon", di Alan Moore e Jacen Burrows

Alan Moore offre quello che per molti verso è sicuramente il suo lavoro più trasgressivo, se non tanto nella trama quanto nei contenuti.
L' operazione di per sé è di quelle che solo in pochi potrebbero realizzare  in maniera soddisfacente: trasporre ai giorni nostri le tematiche, la mitologia, in parole povere il culto di Cthulhu lovecraftiano. Una fantascienza che fonda le sue basi sull' ignoto, l' inconcepibile, l' astratto, dotando la realtà di significati nuovi e nascosti, accessibili solo ai pochi che abbraccino il linguaggio (e quindi la visione del mondo) dei Grandi Antichi. Moore non è nuovo a tematiche di questo tipo, come dimostrano lavori come Promethea, nel quale le parole e i caratteri religiosi e non vengono analizzati e vedono svelate le loro proprietà simboliche e magiche. Non dimentichiamo che l' autore è un occultista, nonché autoproclamato "mago" (nell' accezione che spiega lui stesso nel documentario-intervista Mindscape, ossia di un individuo che raccontando la realtà la altera, di fatto una vera e propria riscrittura del mondo in senso ampio).


Sembra quasi la selezione naturale a far sì che Moore produca qualcosa che parta da Lovecraft, essendo tutte le sue tematiche incentrate su di una percezione alterata e inconcepibile per i più della realtà. Ma come ha dimostrato in passato con opere quali Lost Girls e La Lega degli Straordinari Gentlemen, il bardo di Northampton, quando si tratta di riscritture, crea qualcosa di totalmente nuovo eppure del tutto familiare a chi conoscesse l' originale. Il tributo quindi sfocia nella reinvenzione, anzi, soprattutto nel caso specifico, più che di reinvenzione possiamo parlare a tutti gli effetti di ampliamento nel senso più stretto del termine, aprendo anche nuovi interessanti orizzonti riguardo l' interpretazione di questa contorta mitologia. Difficile dire quanto l' autore creda nelle teorie che avanza, ma chiunque sia un appassionato delle storie originali troverà tali idee quantomeno interessanti.


A dispetto di altri lavori, come il succitato Promethea, comunque, Moore non sembra sacrificare eccessivamente l' intreccio narrativo all' analisi "metasimbolica". Anzi qui per certi versi Moore diventa anche troppo crudo (di sicuro troppo per certi lettori), riservando alcune delle inquadrature più crude (in tutti i sensi) del panorama fumettistico generale, rappresentate ottimamente da Burrows con un tratto pulito che forse mal si sposa con le atmosfere malsane dell' opera ma che riescono egregiamente a rappresentare tutti i momenti, inclusi i più osceni e deliranti. 


Neonomicon è quindi la dimostrazione di come l' autore continui a non spaventarsi nel provocare con certi dettagli (chiunque fosse rimasto sorpreso dal pene del Dr. Manhattan si prepari!), e per certi versi è il suo limite più evidente, o almeno quello che molta gente si pone (effetto voluto?). Leggendo certi pareri in rete ho notato che più o meno tutti, dovendo fare un commento sull' opera, si soffermino quasi esclusivamente su di un aspetto, che per quanto effettivamente "pesante", sarebbe stupido da prendere come esclusivo metro di giudizio per un lavoro tanto intrecciato. Ne raccomando quindi la lettura a tutti, pur essendo ben conscio del fatto che molti, vuoi per una scarsa conoscenza dei racconti di Lovecraft, vuoi per l' esplicitezza di certune scene. Ma per certi versi potrebbe essere questa l' occasione per testare la propria maturità nella lettura.

giovedì 12 gennaio 2012

Fargo

Non avevo fatto caso all' appartenenza del film fino all' inizio dei titoli di coda. E se da un lato è stata una piacevole sorpresa scoprire di aver visto senza saperlo un film dei fratelli Cohen, dall' altro non è stata una grossa rivelazione, avendo potuto riconoscere, una volta saputolo, quelle che mi sono sembrate diverse affinità filosofiche con un lavoro ben più recente, A serious man (il cui giudizio su questo film è cambiato dopo una seconda visione poco tempo fa, avendolo capito meglio).
Non so se ci vedo più di quanto non ci sia, ma anche in Fargo, come anche in altri lavori come Non è un paese per vecchi, ho avuto l' impressione che per certi versi il messaggio di fondo fosse quello di una sorta di punizione divina per coloro che "escono dal gregge", inteso come voler tentare il colpaccio fuoriuscendo (illegalmente) da quello è il loro ruolo nella vita. In Fargo il protagonista fa rapire la moglie per fregare il riscatto al suocero, in Non è un paese per vecchi ruba il denaro a degli spacciatori morti, in A serious man, alla fine, accetta la mazzetta offertagli precedentemente nel film. Tre tentativi per andare oltre quello che sono, infrangendo quasi un codice di regole intransigenti, e altrettante punizioni.
Elucubrazioni a parte, Fargo offre quelli che sono i capisaldi della cinematografia dei due fratelli, ossia vicende drammatiche abbondanti di humor nero, personaggi tratteggiati ottimamente e proferenti linee di dialogo tra le migliori del cinema moderno, quest' ultimo in particolare un elemento piuttosto difficile da trovare oggigiorno di questa caratura.

mercoledì 4 gennaio 2012

Top Six Anime del 2011

Perché solo 6? Perché di decenti in quest' anno trascorsi ne ho visti solo 6!

6- Spice and Wolf



In un immaginaria Europa medievale, dominata dai grandi commercianti e dalla Chiesa cattolica, un mercante ramingo, Lawrence Kraft, accetta di accompagnare fin nel lontano nord la dea lupo Horo.

Interessantissima serie, Spice and Wolf, che rivela approfondimenti nella trama su argomenti poco comuni agli anime, quali la religione e l' economia. Forse è anche un po troppo prolisso rispetto alla media degli anime, ma ciò non toglie che sia meritevole di una visione, forte del carisma della sua protagonista.

5- Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento



Arrietty vive con la sua famiglia nelle fondamenta di una casa di campagna. Essi infatti sono dei Borrowers, o dei Prendi-In-Prestito, esseri del tutto simili agli uomini meno che per la statura, essendo di fatto alti pochi centimetri. Essi vivono di ciò che trovano in natura e nella casa degli uomini, prendendo solo ciò di cui necessitano per sopravvivere.
La loro regola è quella di non farsi avvistare assolutamente dagli esseri umani, che potrebbero dargli la caccia. Ma Arrietty infrangerà questa regola quando nella casa arriverà Shoo, un ragazzino malato di cuore.

L' ultima opera dello studio Ghibli rientra perfettamente nei canoni del genere "miyazakiano", confermandosi come una delle produzioni più valide uscite nell' anno appena trascorso. L' unico appunto che mi sento di fare è rivolto non tanto ad un vero e proprio difetto, quanto da una sorta di mancanza rispetto ad altre opere dello studio, ossia l' assenza di personaggi davvero memorabili. Pur essendo caratterizzati ottimamente, nessun membro del cast a mio avviso ha le peculiarità che rendono memorabili i personaggi di altri lavori, quali Calcifer ne Il castello errante di Howl, o i pirati di Porco Rosso.

4- Star Driver



Takuto, ragazzo di quindici anni, si trasferisce in un isola del sud del Giappone, l' Isola della Croce del Sud. Diventerà ben presto popolare nella scuola del posto, e stringerà amicizia soprattutto con Sugata, membro di un antico casato, e con Wako, una della sacerdotesse dell' isola, promessi sposi.
L' isola però non è tranquilla come sembra. Essa infatti ospita l' organizzazione segreta nominata Croce Scintillante, mirante a spezzare i sigilli delle quattro sacerdotesse in modo da liberare il potere dei Cybody, colossali robot da combattimento, nel mondo reale, essendo relegati ad una dimensione parallela nominata Tempo Zero. Quello che né l' organizzazione né nessun altro poteva aspettarsi però è che anche Takuto sia uno Star Driver, ossia un pilota di Cybody.

Il festival della gioventù, come viene spesso definito nell' anime, sembra voler riassumere dentro di sé molte (se non tutte) le problematiche e le esperienze che i ragazzi vanno ad affrontare in quella fase della crescita conosciuta come adolescenza. E nel frattempo combattono con i robot.
Pregio e difetto di Star Driver è quello di mettere molta carne sul fuoco; la cosa paradossale è che l' intreccio in sé regge sorprendentemente bene, ma se si guarda nelle fondamenta si scorgono diverse falle che lasciano aperti fin troppi interrogativi, lasciando una sensazione di amaro in bocca alla fine della visione, che è comunque stata a tratti entusiasmante!

3- Nausicaa della Valle del Vento



Più di mille anni dopo un olocausto nucleare, l' umanità è sull' orlo dell' estinzione per l' espandersi incessante della Foresta Tossica, popolata da insetti giganteschi e produttrice di spore velenose. Nausicaa è la principessa della Valle del Vento, uno dei pochi luoghi incontaminati rimasti. Quando la valle verrà toccata dal conflitto tra due potenze di questo mondo devastato, la principessa dovrà farsi coraggio per salvare quel poco che è rimasto all' umanità.

Uno dei grandi classici made in Miyazaki. Probabilmente sarebbe arrivato in cima alla classifica se non fosse stato per l' orrido doppiaggio italiano, e soprattutto per il finale un pò troppo improvviso, che in una produzione del genere pesa molto di più piuttosto che in un film come il numero 2.

2- Redline



La Redline è la corsa più micidiale e attesa dell' universo. Le sue selezioni durano 5 anni e pochi sopravvivono ai suoi circuiti mortali. JP, spericolato pilota che si rifiuta di montare armi sul suo veicolo, riesce quasi per caso ad essere ammesso tra i partecipanti delle prossima gara, svolgentesi su Roboworld, pianeta per niente d' accordo col la presenza dell' evento sul suo suolo, e che farà di tutto per eliminarne i concorrenti.

Semplicemente spaccamascella, vi farà schizzare gli occhi fuori dalle orbite con la sua potenza grafica, soverchiante la deboluccia struttura narrativa. Quando si dice la vittoria dei muscoli sull' intelletto.

1- Kuuchuu Buranko



Ichiro Irabu è lo psichiatra del suo ospedale. Manco fosse Freud, seguiremo la sua cura di vari pazienti che si sottopongono ai suoi servizi, decisamente poco ortodossi.

Se Redline era i muscoli, Kuuchuu Buranko è la mente, fuori da alcun dubbio. La genialità di certe puntate è semplicemente estasiante. La caratterizzazione dei vari pazienti è ottima, rendendo interessante ogni puntata senza alcun calo, semmai con dei picchi particolari. A coronare il tutto Irabu, più folle dei suoi stessi pazienti. In mani chi ci siamo messi?! Bella domanda. L' unica certezza è che per quanto mi riguarda è questo il mio vincitore del 2011.

Premio "Occasione sprecata"- Black ★ Rock Shooter



Iniziata la Prima Media, Mato stringe da subito amicizia con Yomi, pur essendo apparentemente l' una l' opposto dell' altra. Le due diventeranno inseparabili, fino a che, arrivate al secondo anno, non finiscono in due classi diverse. Parallelamente, in una dimensione desolata, delle ragazzine armate si danno battaglia senza sosta.

Il potenziale c' era tutto. La trama? Se la saranno scordata a casa, presumo. Occasione sprecata al punto che, nonostante il voto che gli ho dato gli avrebbe permesso di entrare nella classifica dei vincitori, il pensiero della delusione complessiva gli ha fatto vincere il premio del rimpianto. Anche Highschool of the Dead sarebbe stato un candidato molto papabile per questa posizione, ma BRS mostra ben più qualità nascoste, che purtroppo sono solo abbozzate.

Premio alla merdosità-  Iron Man



Tony Stark, alias Iron Man, arriva in Giappone per dirigere la progettazione di una stazione energetica Arc. Parallelamente a questo, vara la produzione di una versione di serie della sua armatura, denominata Dio. Ben presto però dovrà fronteggiare l' organizzazione terroristica Zodiac, le cui mire interessano la sua tecnologia.

Abominevole. Credo che meriti un premio in denaro solo per essere riuscito a resistere fino alla fine della serie. Il trauma è stato tale che non ho intenzione di avvicinarmi a nessun altra serie anime che abbia a che fare col marchio Marvel. Wolverine, Blade, X-Men, VADE RETRO.

martedì 3 gennaio 2012

Dico la mia: Best of 2011

Miglior film: Barry Lyndon

Decisione ancor più ardua che l' anno scorso, vista la mole di capolavori che ho avuto modo di vedere quest' anno. Pezzi di grosso calibro, tra ben due film di Aranofsky, uno di Gibson, due di alcuni dei migliori registi italiani, e così via... Cercando un pretesto per far prevalere un film sugli altri, penso di averne trovato uno decente: far risaltare un film a dir poco stupendo di uno dei registi più celebri di tutti i tempi, che però inspiegabilmente sembra essere finito nel dimenticatoio. Barry Lyndon, infatti, non compare in nessuna delle collection di Kubrik, ed è davvero inspiegabile, visto che secondo me non ha nulla da invidiare alle opere più note del cineasta. La lunghezza forse? No probabilmente il motivo è il fatto che non sia provocatorio come altre sue opere. Provocatorio in senso lato, visto che 2001: Odissea nello spazio, con il suo osare nel senso più strettamente cinematografico del termine può essere considerato altrettanto provocatorio verso la sensibilità dello spettatore quanto un Arancia Meccanica. Risalta quindi? Si? No? Pazienza, vedetelo!

Runner up: Habemus Papam; Requiem For a Dream; Inception; Amadeus; Sherlock Holmes: Un gioco di ombre; American History X; Four Lions; ApokalyptoIl cigno nero; Il discorso del re; The Road

Miglior libro: Il Conte di Montecristo (Alexandre Dumas)

In questo caso invece, pur avendo divorato una tonnellata di libri nell' anno trascorso, il vincitore è stato fin troppo facile da individuare. Non tanto per mancanza di concorrenti validi, ma per come questa storia sia riuscita ad entrarmi in testa e a non abbandonarmi tutt' oggi. I suoi personaggi, la ricostruzione storica sopraffina, l' intreccio complesso e appassionante... Una scimmia che mi è salita in groppa già quando vidi il superbo adattamento (o sarebbe meglio dire rivisitazione) anime. Un' opera a dir poco immensa, che forse non tutti possono digerire a causa di una certa lentezza nella progressione della storia (che comunque, tranne che in certe parti, non ho avvertito minimamente), ma che non si può far mancare nella propria libreria personale.

Runner up: Il vangelo secondo Gesù Cristo (José Saramago); Il ritratto di Dorian Gray (Oscar Wilde); Arancia Meccanica (Anthony Burgess); Mastro-Don Gesualdo (Giovanni Verga); Don Chisciotte della Mancha (Miguel de Cervantes Saavedra); Il rosso e il nero (Stendhal); Il maestro e Margherita ( Michail Bulgakov); Dell' amore e altri demoni (Gabriel Garcia Màrquez)

Miglior fumetto: Full Metal Alchemist (Hiromu Arakawa)

Ancora una vittoria a man bassa, quella di un manga che mi ha accompagnato per buona parte della mia adolescenza fino ad oggi. Fin troppo scontato forse che vincesse lui, ma che ci volete fare, sono un sentimentale. Purtroppo non ho molti concorrenti da contrapporgli in quanto, in quanto di serie completate quest' anno sono un pò a secco, ma ho pochi dubbi che in qualunque caso avrebbe vinto senza troppi problemi. D' altronde, secondo lo scambio equivalente, per le emozioni regalatemi questo è il minimo che possa fare per ricambiare.

Runner up: Wolverine: Old Man Logan (Mark Millar, Steve McNiven); La Lega degli Straordinari Gentlemen (Alan Moore; Kevin O'Neill)


Miglior autore/gruppo musicale: CapaRezza (Il sogno eretico)

Il genio di Caparezza ancora una volta riesce a riassumere in un CD, come fece il già superbo Le dimensioni del mio caos, i tormentoni, i problemi, i personaggi, e le tematiche che spopolano e popolano l' Italia contemporanea, e farne motivo di scherno. Anzi, no, lo scherno stavolta è un termine improprio, perché se Capa continua a fare le cose con ironia, stavolta sembra che più che di scherzare abbia voglia di criticare senza eccessivi giri di parole. Ed è arrabbiato, molto arrabbiato. D' altronde per quella che è la situazione del Bel Paese (e non solo) oggi c' è poco da stare allegri. E allora balliamo, cantiamo, suoniamo e urliamo il nostro disappunto.

Runner up: Rayman Origins (OST); Dark Souls (OST); Detroit Metal City (OST)

Miglior Videogioco: Pokémon Nero [NDS]

Anche questa è stata una scelta difficile, ma a esser sincero sono stato quasi sempre sicuro di chi sarebbe stato il mio vincitore. Giocare a Pokémon Nero è stato come ritrovarmi nel 1999, quando presi per la prima volta in mano il mio fido Gameboy Color con la mia fida copia di Pokémon Rosso, e fu subito amore, fino al 2001, quando giocai Cristallo e basta più. Fino ad ora.
Questo è uno dei marchi di videogiochi più infidi che si possa immaginare. La voglia patologica che ti prende di "acchiapparli tutti" è indescrivibile, al punto che per mesi non ho calcolato nessun altra consolle o gioco che avessi a portata di mano.
La foga è tanta che prima di mollarlo per dedicarmi ad altro (e prendere un pò di respiro) ero arrivato al punto di stare allenando la mia quinta o sesta squadra. Cosa chiedere di più dalla vita? La sesta generazione magari? Magari no, penso che mi ci riavvicinerò almeno dopo l' ottava.

Runner up: Dark Souls [360]; Metroid Prime Trilogy [Wii]; Rayman Origins [360]; Il Professor Layton e il Futuro Perduto [NDS]; Metroid: Other M [Wii]; Super Mario Galaxy [Wii]

Coming soon, gli anime del 2011!

domenica 1 gennaio 2012

Marvel VS Capcom 3 : Fate Of Two Worlds - [360] - Recensione




Comprare questo gioco è perfettamente inutile. Al di là di qualsiasi giudizio sulla sua qualità, a che pro comprarlo quando Capcom molto generosamente, a quanto, sei mesi circa dalla sua uscita?, provvede a farne uscire la versione migliore, con più personaggi, più arene, più bilanciato, online migliorato, e via discorrendo? Nessuno, chiaro. Quindi, se il gioco v' interessa, compratelo in versione Ultimate [Marvel VS Capcom 3].
E in culo a chi l' avesse comprato al lancio. Anzi io nella sfortuna sono stato fortunato, avendolo preso a 40 euro da Amazon.Uk, ma non oso immaginare cosa possa aver provato chi avesse prenotato al lancio l' edizione limitata, che sarà stata almeno 80 o 90 euro.
Insomma, fino alla fine ero tentato di non recensirlo, tanto mi brucia il colon, ma mi sembrava doveroso dare il mio giudizio sul gioco.


Pur non essendo un appassionato sfegatato di picchiaduro, sono stato fregato dall' hype che il roster di personaggi ha creato, come penso, su chiunque l' abbia comprato. Insomma, parliamo di un "clash of the titans" che vede due delle icone preferite da molti, la Marvel e la Capcom, messe a disposizione nello stesso gioco. Cosa chiedere di più? Vergil magari! Ma no, quello l' hanno messo nell' Ultimate, porca di quella...
Comunque, contando una trentina di personaggi, il roster è capace di saziare ogni palato, vista la varietà di personaggi messa a nostra disposizione, quindi, questo riferito soprattutto a quelli Marvel, qual' ora ci fosse anche qualche personaggio che vi stia antipatico, almeno qualcuno di vostro gusto deve esserci per forza.
Ogni personaggio ha il suo set di mosse caratteristico, su tutti il super colpo (perdonate se non ricordo i nomi specifici, non ci gioco da diverso tempo), interessante soprattutto nel caso di quelli Capcom, richiamante le tecnice peculiari di quel personaggio nel contesto d' origine (quindi l' attacco nel gioco originale). Tali colpi potranno essere usati singolarmente, o mettendoli in catena, o addirittura contemporaneamente a quelli degli altri due personaggi della squadra. Si perché qui si combatte in tre.
Dovrete scegliere tre personaggi da portare in combattimenti, alternandoli tra di loro, sfruttando le loro mosse di supporto, e così via. Questo aggiunge molta strategia ai combattimenti, in quanto cambiare personaggio al momento giusto, riuscire a fare combo alternandoli a lampo, e soprattutto lasciargli recuperare energia mentre non vengono utilizzati può davvero fare la differenza.
A tutto questo si aggiune l' X-Factor, ossia la capacità, una volta a combattimento, di aumentare il potere offensivo del personaggio e di fargli recuperare energia anche in combattimento per una manciata di secondi. L' abuso di questo potere può renderlo superfluo in combattimento, quindi solo il tempo potrà dirvi qual' è lo stile di combattimento che più vi si confà, specie vista la varietà di stili di combattimento offerta.


Avrete intuito che il gioco offre un sistema di combattimento variegato e molto complesso, dove (in teoria) i tecnicismi pagherebbero sempre. Ma questo ci porta ai due problemi che affossano totalmente il gioco: la mancanza di un tutorial e il bilanciamento.
Il primo in verità non è così azzoppante, visto che alla fine, tutto sommato, con la pratica prima o poi si dovrebbe riuscire a padroneggiare tutte le possibilità offerte. Ma il secondo è veramente disastroso.
Lo sbilanciamento nei personaggi è un marchio di fabbrica della serie, a quanto mi dicono. D' altronde prendendo personaggi così diversi, da media così diversi, è davvero difficile riuscire ad ottenere un risultato ottimale. Non so dire, non avendo giocato gli altri, se il 3 abbia fatto le cose in bene o in peggio, ma che ci sia un notevole sbilanciamento è fin troppo evidente. Ovviamente questa problematica si riscontra soprattutto nel multiplayer, dove personaggi spammoni come gli sgravatissimi Wolverine e Sentinel sono una presenza fissa insieme ad altri come Dr. Destino e Magneto. Il problema si argina parzialmente specificando nella ricerca di un match che si vuole un avversario dello stesso livello, ma progredendo, prima o poi, arriverete per forza ad affrontare orde di spammoni (un pò come in Soul Calibur 4, dove da un certo punto in poi si incontrano solo Lizardman che non permettono nemmeno di rialzarsi). Peggio ancora, inoltre, se giocate insieme a degli amici, visto che mentre due combattono gli altri dovranno rimanere nella stanza d' attesa a poltrire e fissando la lista dei giocatori, non potendo di fatto vedere lo svolgimento dello scontro corrente. Magari una patch? No, ci pensa la versione Ultimate...


A rendere il quadro più sconfortante ci pensa una povertà disarmante di modalità offline, visto che a conti fatti, oltre ad un arcade, ad un training, e alle missioni coi personaggi (ossia concatenare le combo specificate), da soli non avrete nulla da fare.


Sia chiaro, comunque, che il gioco sa divertire molto, non sottovalutiamo il potenziale di un cast del genere. Crearmi la mia squadra Deadpool/Dante/Amaterasu è una bella soddisfazione, specie quando i personaggi vengono resi così fedelmente alla matrice, anche sul fronte visivo.
La grafica infatti, come tutto l' aspetto tecnico, è inattaccabile. I modelli dei personaggi sono superbi e animati ottimamente, così come tutta l' effettistica. Anche le arene sono ottime, ma difettane gravemente nel numero, solo 6 in tutto il gioco.
Non ho molto da dire sul fronte sonoro. Decente. Ma devo ammettere che il tema principale mi piace molto, fa venir voglia di menar le mani.


Insomma, premettendo che indirizzo tutti, ancora una volta, alla versione Ultimate (che comunque non credo avrà migliorato di molto il bilanciamento), lo consiglio soprattutto ai fan dei personaggi, i giocatori professionisti di picchiaduro probabilmente preferiranno qualcosa di meno sbilanciato.


Grafica: 9
Sonoro: 8
Giocabilità: 7
Longevità: 8


Voto: 7.5


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