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giovedì 21 ottobre 2010

"I miti di Cthulhu"; di Howard Philips Lovecraft

Primordiale, grottesco, cupo e angoscioso. I primi termini che rievoca il nome di Lovecraft, erede spirituale di Poe e padre di un certo tipo di horror, quello che sviscera le paure prime dell' uomo verso l' ignoto, spesso temuto non tanto per ciò che si vede quanto per ciò che s' immagina. E il temere ciò che non si conosce porta gli uomini, come i nostri antenati, a votarsi a divinità pagane, dei terribili dai poteri smisurati che in cambio del totale asservimento promettono la vita eterna in sfere dell' esistenza oltre il piano umano.
E' il pantheon di Lovecraft, che prendendo spunto da antichi culti ormai
estinti, crea una cerchia di figure spaventose; Nyarlathotep, Dagon, e il sommo Cthulhu, per dirne alcuni. (nota curiosa: pare che in realtà il politeismo di matrice lovecraftiana sia in realtà una leggera modifica di un culto veramente seguito dall' autore...!)
E gli uomini che potere hanno in tutto ciò? Ben poco. Spesso non riescono a ben definire delle presenze potenti eppure sfuggenti, e anche quando riescono ad identificarle di solito la loro mente ne è schiacciata, come nel peggiore degli incubi.

La raccolta contiene i racconti brevi che hanno dato origine al corpus primario delle storie sui Grandi Antichi. Non una lettura per tutti, poiché, come detto in apertura, sono letture dai toni cupi che alcuni potrebbero trovare pesanti. Ma a patto di riuscire a farsi affascinare da questa costante atmosfera di precarietà effimera, avrete tra le mani un libro che saprà afferrarvi e non mollarvi più.

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