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mercoledì 5 ottobre 2011

Burnout Paradise - The Ultimate Box [360] - Recensione




Sia maledetto Burnout. Da quando giocai a Revenge, il mondo dei racing mi si è precluso. Come si fa a giocare ad altro dopo aver provato la velocità e la scarica di adrenalina propria del titolo Criterion? Non si può, almeno per me. Oltre 60 ore di gioco (di cui credo 10 fossero caricamenti) testimoniano come la formula mi avesse catturato. Tutt' oggi lo riprendo in mano con piacere. La semplicità della formula, ossia il tirare dritto al traguardo evitando di scontrarsi con il traffico e gli elementi dello scenario, cercando allo stesso tempo di buttare fuori strada gli avversari, è qualcosa che ti pigli all' istante.
Inutile dire che provai immensa gioia nel ricevere Burnout Paradise, pensando "Se su PS2 sono riusciti a fare quello, che faranno su 360?"
E com' è stato, secondo voi? Orgiastico come speravo? NO. E' stata una mezza delusione. Anche se non tutto il gioco è da buttare, anzi.

Il problema fondamentale di Paradise è che ha voluto fare il cosiddetto "salto dello squalo", o il passo più lungo della gamba, se preferite. I programmatori, probabilmente, inebriati dal poter finalmente utilizzare appieno la potenza della nuova generazione (essendo prima impegnati con la conversione di Revenge), si saranno detti "Perché non passare da dei percorsi lineari ad una mappa liberamente esplorabile? Fa molto next-gen!"
Perfetto, peccato che la mappa sia perfettamente esplorabile anche DURANTE LE GARE, percui basta imboccare la deviazione sbagliata per mandare all' inferno una gara perfetta. E a 300 all' ora è difficile fare caso a certi dettagli. Non che Paradise City sia intricata, ma in certi incroci basta veramente un nonnulla per imboccare la direzione sbagliata.
Per ovviare a questi problemi i programmatori hanno provveduto ad inserire alcuni aiuti nell' HUD che indichino al giocatore se stia andando nella direzione giusta per il traguardo o per andare a casa di Cristo. Per quanto queste aiutino molto, non bastano a risparmiarvi il culo (c' entra anche quello) e soprattutto dal grado di attenzione richiesti, anzi. Si, attenzione. Perché la difficoltà maggiore in Paradise è che viene richiesta troppa attenzione a troppi fattori durante gare, lo ripeto, che vanno a velocità insane, specie nelle fasi avanzate.
Stiliamo un elenco delle cose a cui dovrete fare attenzione durante una gara.



1- Le macchine avversarie, ovviamente.
2- Il traffico, che oltretutto, dopo la parentesi di Revenge, non è più tamponabile da dietro senza conseguenze, stavolta a meno di non viaggiare piano o casi fortunati dovrete evitarlo accuratamente. Comunque, per compensare la grandezza della mappa, ce ne sarà di meno rispetto ai capitoli precedenti.
3- Gli ostacoli ambientali; anch' essi ridotti.
4- La mappa, e qui le cose cominciano a complicarsi, perché questa vi mostra chiaramente le strade più prossime e la direzione del traguardo, ma non sempre quella che nella mappa in-game sembra una buona scorciatoia lo è, anzi potrebbe portarvi da tutt' altra parte, cosa che vi costringe a mettere in pausa il gioco per visualizzarla completamente e a sfruttare l' indicatore di distanza.
5- L' indicatore di distanza, per l' appunto, che vi indica l' effettiva distanza tra voi e il traguardo. Questo è in genere quello che vi fa capire per primo che avete fatto una cazzata, quando per una curva sbagliata vedrete balzare la distanza da un misero chilometro e dieci volte tanto.
Il gioco arriva anche a suggerirvi di utilizzare questo o la mappa, a seconda del vostro stile di guida. Ma no, è impossibile, visto che uno non ti dice la distanza, e l' altro non ti dice la strada. Vanno usati insieme, e non sempre è comodo. Anzi, non lo è quasi mai. E dire che sarebbe stato molto più semplice se avessero innalzato delle barriere a delimitare anche minimamente i percorsi. Invece ci si affida del tutto al nostro senso dell' orientamento.

La genialità della mappa si vede anche nella modalità di avvio delle gare. Invece di un pratico menù, dovrete recarvi in uno specifico incrocio, premere freno e acceleratore insieme, e la gara inizierà. Cosa assurda quando il gioco uscì, visto che le gare non potevano essere riavviate in alcun modo, percui bisognava aspettare che terminasse, e poi tornare indietro fino a quell' incrocio e riprovare, anche se eravate arrivati dall' altra parte della città. Una cosa da uscire fuori dai gangheri. Fortunatamente hanno sistemato la cosa permettendo tramite D-Pad di riavviare l' ultimo evento cominciato, cosa che snellisce enormemente la partita. Tale feature verrà installata automaticamente con i contenuti extra della Ultimate Edition.


Le modalità presentano facce conosciute e novità. Abbiamo quindi la classica gara con traguardo, la gara di takedown, le corse a tempo; sono nuove invece l' Uomo nel mirino, in cui dovrete raggiungere il traguardo sopravvivendo alle macchine che v' inseguiranno avendo voi come unico obiettivo, e la Prova Stunt, in cui dovrete fare un tot di punti compiendo acrobazie. Questa la boccio completamente, visto che in certe zone della città sarà davvero difficile trovare le rampe e gli altri elementi utili ad accumulare punti, rendendo la gara molto frustrante. La vecchia modalità scontro è stata modificata; adesso potrete avviarla in qualsiasi strada, cercando di colpire più veicoli possibili prima che il tempo scada e accumulando punti. Ogni strada avrà il suo punteggio, e inoltre potrete cercare di battere il record degli amici, così anche nelle Regole della strada, ossia il tempo migliore fatto in quella strada specifica. Per finire, la Strada Rovente consiste nel battere un empo utilizzando una specifica macchina, che in caso di vittoria verrà sbloccata.


A coronare il tutto ci sono le moto, altra feature bonus inclusa già nel cd dell' UB. Queste si mostrano sorprendentemente divertenti da guidare. Hanno un loro feeling, del tutto diverso da quello delle macchine, e andare sparati in sella a una due ruote è una scarica d' adrenalina ancor maggiore che in auto. E' un peccato però che queste vengano sfruttate ben poco; hanno i loro eventi specifici, ma sono pochi, e tutti consistono in corse contro il tempo. Non dico che mi aspettassi una Furia Stradale con le moto, ma almeno una gara si.


Sul fronte tecnico viaggiamo su livelli piuttosto alti. L' impatto generale ha resistito bene agli anni dall' uscita, presentandosi fluido, veloce, e dettagliato. Come al solito l' attenzione maggiore è andata alle macchine in gara, deformabili in tutta la gloria dell' alta definizione. Anche Paradise City si presenta dettagliata e vivace. Non aspettatevi pedoni, non siamo mica in Carmageddon, ma c' è comunque un discreto numero di macchine a renderla abbastanza viva, senza contare il ciclo giorno-notte, oltre che il pacchetto con le condizioni meteo variabili, quali pioggia e nebbia, altro extra già incluso nell' UB (tutti questi extra credo comunque che siano scaricabili gratuitamente, a differenza di altri DLC come le auto e la zona Big Surf Island).
L' UB porterà con sé anche l' espansione musicale al pacchetto di base. Il gioco di suo offre una varietà di brani più o meno rock, con vette quali i Twisted Sisters e pattume come Avril Lavigne (!). Ma in extra avrete tutta una serie di brani di musica classica, per dare un tono più "rilassato", o anche epico, alle vostre scorribande, e credetemi funzionano a meraviglia. A queste si aggiungono dei remix niente male di brani pescati dai primi tre episodi della serie.


A dispetto di quanto abbia potuto dire soprattutto nella prima metà della recensione, l' anima di Burnout sotto sotto si vede ancora. Le corse filano veloci e furiose, e soddisfazioni sa regalarne, specie in momenti come quando sbloccherete una macchina extra buttandola fuori strada. Il freeroaming perla città inoltre è sorprendentemente piacevole. Non ci sono segreti colossali da scovare, ma alcune zone piene di rampe, o semplicemente segrete e non facilmente accessibili sapranno premiare la vostra sete d' esplorazione. In definitiva la meccanica della città funzionerebbe molto bene se solo si ponessero dei limiti durante le gare, poiché gli arcade vivono soprattutto d' immediatezza. Se proprio vogliono darci percorsi alternativi, che portino tutti al traguardo, quanto meno!
Consigliato a tutti, anche se i fan della serie potrebbero avere l' amaro in bocca.


PS: vi consiglio di deselezionare Paradise City dalla playlist. Il gioco ve la proporrà già ogni volta che avvierete il gioco, se dovrete sentirla tutta ogni volta finirete per odiarla.


Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Giocabilità: 8
Longevità: 8


Voto: 8


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