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mercoledì 23 giugno 2010

Sayonara Zetsubou Sensei (Arrivederci Professor Disperazione) - Recensione

La disperazione assedia la vita di Itoshiki Nozomu, insegnante liceale assegnato ad una nuova classe. Di natura a dir poco pessimista, basta una quisquilla a gettare Nozomu nella più profonda disperazione e portarlo a tentare il suicidio. Le cose non sembrano migliorare quando entrerà in contatto con la sua nuova classe, almeno fino a che non realizzerà che ogni suo studente presenta delle fissazioni anche peggiori delle sue!

Il primo paragone che mi venne in mente leggendo la trama di Sayonara Zetsubou Sensei su inevitabilmente con Welcome to the N.H.K., visto che come quello questo si presenta come una parata di tutti i casi umani esistenti. E qui tra personalità multiple, immigrati clandestini, hikikomori e via discorrendo, parrebbe esserci tutto il materiale per realizzare uno dei polpettoni più drammatici mai concepiti da una mente umana. Ma c' è un particolare sostanziale a ribaltare il tutto. Sayonara Zetsubou Sensei è un anime comico, e per la precisione il più folle che mi sia capitato di vedere dai gloriosi tempi di Full Metal Panic?! Fumoffu e Abenobashi.
Ma vi avverto, ancor più che in questi due, l' anime in questione pigia a fondo sul pedale del non-sense, al punto che spesso non converrà sforzarsi eccessivamente nel capire come un particolare evento si sia inserito in una scena, perché semplicemente non esiste un motivo logico, è lì e basta, per rendere la cosa più folle di quanto non lo sia già. Perché Nozomu verrà messo spesso a dura prova dalle sue studentesse, spesso combinate peggio di lui, e unendo dei folli l' unica cosa che può scaturirne è per forza di cose un manicomio. Le risate sono assicurate, e se non quelle almeno il piacere di lasciarsi andare alla visione di un qualcosa da vedere a cervello spento (a meno di non voler cogliere tutti i particolari, in special modo i molti riferimenti al mondo dei videogiochi e degli anime: per questi ultimi due, io ho notato due tre riferimenti a Tengen Toppa Gurren-Lagann e Code Geass!).

La follia dell' anime si rispecchia anche nella grafica, che presenta spesso inquadrature con scelte cromatiche o stilistiche differenti da quella che è l' impostazione normale della serie, scelte peraltro stilisticamente eccezionali. Vedere per credere.
E grafica e sonoro raggiungono il loro apice nel punto in cui s' incontrano, ossia le sigle di apertura (c' è da dire che ne hanno fatte davvero tante per una serie di soli 12 episodi!) e quella di chiusura, che meritano, in particolar modo l' ultima, almeno uno sguardo (e un ascolto).

Non posso che suggerirlo a chiunque voglia avere a che fare con una serie leggera, che tra l' altro tratta di argomenti anche piuttosto pesanti in maniera molto comica e sopra le righe. Perfetto come pausa tra una serie impegnativa e l' altra.

Voto: 8

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