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venerdì 20 aprile 2012

Millennium Actress

L' anziana attrice Fujiwara Chiyoko rievoca la sua vita nel corso di un' intervista, raccontando l' inizio della sua carriera e il seguente successo, il tutto all' ombra di un amore quasi da fiaba, fumoso come il più bello dei sogni e il più brutto degli incubi.


Quando si dice che la vita supera l' arte! In questo caso, però, si potrebbe dire che la vita si fonde con l' arte. Che Satoshi Kon fosse uno a cui piacesse sperimentare l' avevo capito già vedendo alcuni suoi lavori più recenti, quali Paprika o Paranoia Agent, ma in questo caso l' esperimento porta a qualcosa di piuttosto spiazzante sotto il profilo narrativo, ossia il sostituire i canonici flashback sulla vita della protagonista con reinterpretazioni di alcuni dei suoi film (che tra l' altro ripercorrono progressivamente la storia giapponese). Inizialmente l' effetto provoca una certa confusione nello spettatore, specie alla luce del fatto che ciò avviene senza alcun preavviso, ma si entra presto nell' ottica, e si viene trascinati in una serie di scene senza soluzione di continuità, incuriosendosi a quale sarà il prossimo film a fare da filtro alla storia.


Tutto il film è giocato sull' avanzare del tempo, sia nelle scene, che vanno dal medioevo giapponese fino al dopoguerra, sia nell' evoluzione di Chiyoko, che da ragazzina spaurita crescerà in un' adulta determinata a lottare per quella che è l' unica costante della sua vita: una promessa d' amore, forse infantile e illusoria, ma in cui è dolce lasciarsi soffocare.


Il cast si presenta solido, col la suddetta Chiyoko a fare da perno per tutto il film, e i due documentaristi a costituire in parte la parentesi comica della produzione. Sostanzialmente il film si sviluppa intorno a lei tramite loro, e il risultato è convincente, pur avendo trovato saltuariamente fuori luogo alcuni siparietti comici, utili comunque a smorzare i toni. Magari narrativamente parlando non è l' opera più solida di Satoshi Kon, ma il risultato è comunque permeato della sua travolgente forza narrativa, e come per Miyazaki, è quasi un delitto non farsela piacere.


Il fronte tecnico, animazioni incluse, è ottimo anche per gli standard odierni, pur considerando gli anni trascorsi dall' uscita. A reggerlo maggiormente è chiaramente lo stile del tratto, che si presenta fresco come allora. Il tutto supportato da un eccelso doppiaggio italiano.


Forse non è l' opera più convincente del Maestro dal punto di vista della narrazione, ma Millennium Actress è una perla meritevole di una e più visioni, come qualsiasi creazione che ci ricordi ancora una volta di come arte e vita siano due concetti intrinsecamente uniti.


Voto: 8.5

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