
che l' impianto emotivo della trama originale è bello che svilito.
Màrquez ci racconta una storia su alcuni dei demoni che rosicchiano l' animo umano. La cupidigia, la lussuria, e anche l' amore, che è forse il più subdolo e letale di tutti, perché è quello per il quale chiunque sacrificherebbe tutto, anche la propria identità.
Una storia cruda narrata con uno stile asciutto, che potrebbe forse turbare qualche lettore avvezzo a letture più soft, ma che indubbiamente incatena gli occhi alla carta stampata, rivelando forse un altro demone prima ignorato: la potenza delle parole narrative.
Questo lo dico perché Ventimila leghe sotto i mari è farcito di una quantità impressionante di nozioni scientifiche, che se da un lato rendono più accurata e verosimile la vicenda (ricordiamoci che si tratta di fantascienza, per quanto in larga parte sia stata ampiamente superata dalla tecnologia odierna. Il potere profetizzante di quest' uomo è stupefacente!), dall' altro certe volte la narrazione ne risulta molto rallentata, anche troppo, specie nei momenti in cui si procede all' elenco dei vari pesci che i personaggi incontrano nei mari del mondo. Sono pagine che alla lunga ho teso a saltare.
Comunque la vicenda è potenzialmente molto accattivante. Dico potenzialmente perché risulta a dir poco monca, visto che il finale non risolve nulla e anzi la narrazione viene interrotta proprio quando si cominciava a vedere qualche spiraglio nel personaggio di Nemo.
Giudizio? Promosso con riserva. Di sicuro va letto obbligatoriamente il seguito, L' isola misteriosa.
E' un vero peccato che nelle scuole non facciano leggere questo piuttosto che I Malavoglia. Senza nulla togliere a quel libro che ho veramente amato, ma mi è piaciuta maggiormente la vicenda di Mastro-Don Gesualdo. Non perché la prima sia scritta peggio, o questa scritta meglio. Semplicemente mi è piaciuto maggiormente. Come si suol dire, gusti! Invito dunque chiunque non l' abbia ancora fatto e che magari si sia fermato al primo episodio dell' incompiuta pentalogia degli sconfitti a leggere il secondo (e sfortunatamente ultimo) episodio.
Quelli con cui ho scambiato opinioni sul libro (pochi a dire il vero) sono concordi: l' inizio di Cecità è noioso per la sua lentezza. Paradossalmente, invece, io ho avuto il processo contrario: nessun problema all' inizio, perplessità alla fine. Non che la lettura sia stata una discesa qualitativa, per carità, anzi. Semplicemente i dubbi finali sono nati con una certa difficoltà nel capire dove voglia andare a parare di preciso Saramago. La trama d' altronde è di quelle che chiaramente poggiano molto sull' interpretazione del lettore. Chi vorrà vedrà la mano di Dio nell' improvvisa cecità universale (l' uomo ceco innanzi al peccato?), ipotesi resa ancora più forte dal persistere di un "testimone oculare" (l' unica a vedere nel mondo di chi non vede, quasi un novello Cristo che sopporta su di sé la visione dello sfacelo umano), altri ancora magari nulla, d' altronde la conclusione mi è sembrata un pò troppo repentina per essere chiaramente decifrabile.
Al di là di questi dubbi, comunque, il libro è una lettura caldamente consigliata, anche alla luce della sua ambiguità concettuale, che cozza in maniera decisa con la cruda descrizione del mondo dei cechi fatta dall' autore, in cui non viene risparmiato nulla, sia del degrado dell' ambiente che soprattutto degli uomini, che anzi perdono il loro statuto di esseri umani, come riconoscono loro stessi, al punto che non si chiameranno neanche più per nome (e a mancare saranno anche coordinate che identifichino la storia nel tempo e nello spazio, così da rendere la "parabola" universale). Chiunque non fosse spaventato dalle letture forti e soprattutto dall' eterodosso stile di scrittura di Saramago, direi che è un acquisto sicuro.
Non so perché funzionino così bene, ma gli X Men a mio avviso si sono prestati bene finora agli adattamenti cinematografici (non mi esprimo sullo spin off su Wolverine che non ho visto). Fatto sta che tutti i film che ho visto legati ai personaggi mi sono piaciuti, e non fa eccezione L' inizio, che pur non essendo un capolavoro (come anche gli altri film d' altronde) si è dimostrato un prodotto davvero valido, specie per gli appassionati del fumetto.
Non sono sinceramente in grado di dire l' esatto grado di fedeltà al fumetto, ma fermo restando che basta farsi un giro su Wikipedia per notare i cambiamenti, una cosa che mi è piaciuta del film è che, a differenza degli altri "marvel movies" di recente concezione, questo non ha tagliato i ponti col lavoro fatto precedentemente, ma anzi ci si riallaccia direttamente, come dimostra l' inizio.