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sabato 31 dicembre 2011

Rayman Origins [360] - Recensione



Sto realizzando solo adesso che, senza rendermene conto, possiedo buona parte dei giochi della serie Rayman. Rayman, l' originale per Playstation; Rayman 3 Hoodlum Havoc per PS2, e sempr eper PS2, se vogliamo contarlo, Rayman Raving Rabbids, il capostipite di quel trend che per anni ha affossato la serie in una serie di Party Game che hanno fatto perdere l' anima originale della serie, che per inciso è platform.
Per farla breve, grosso modo ho seguito l' evoluzione del brand, e giocare a Origins mi ha dato la sensazione di un "ritorno a capo", visto che il qui presente gioco ricorda fortemente il capostipite. Specie nel gameplay. Perché al di là dell' aspetto grafico a dir poco moderno, la giocabilità è quanto di più classico ci si possa aspettare da un gioco del genere.


Il gameplay del gioco si fonda in massima su quelle che in massima parte sono le canoniche situazioni e azioni del platform. Colpire i nemici, prendere le monete di turno (o Lum, nel caso specifico), azionare interruttori, correre, e soprattutto saltare, chiaramente. Certo, non dimentichiamoci il planare, azione che da sempre caratterizza l' Uomo Raggio made in France. Certo che progressi si siano fatti rispetto al 1995 si vede dal fatto che alcuni di quelli che all' epoca erano poteri acquisibili giocando come la famosa planata, o anche la capacità di appendersi alle sporgenze, qui sono abilità di default dei personaggi. E a proposito, che scegliate Rayman, Globox, o un Teen cambia poco, al di là dell' aspetto le abilità sono identiche, anche con le skin alternative (che non sono poche, ma sarebbe stato bello averne di più a disposizione per i primi due, che rispetto agli altri ne hanno pochissime).


Il controllo del personaggio segue l' andazzo "cool" dell' aspetto visivo, quindi saranno fluidissimi e velocissimi. Forse anche troppo. Infatti, se da un lato il gioco spinge a muoversi velocemente per riuscire a fare un discreto punteggio nella raccolta Lum (indispensabili per ottenere gabbie di Electoon extra, a loro volta indispensabili per diverse cose), e quindi è naturale che il personaggio scatti come una molla, dall' altro questa fretta più o meno provocata mi ha dato l' impressione che il personaggio tendesse un pò troppo ad andare dove gli pare. In particolare il tasto per la corsa mi ha creato problemi, perché senza nemmeno farci caso facevo scattare il personaggio in situazioni a dir poco sconvenienti. A dispetto di tutto, però, pur essendo un difetto non da poco, tutto sommato il controllo del personaggio è decisamente buono, e comunque il gioco si fonda essenzialmente su di un trial and error selvaggio, vista la necessità di sincronizzare le proprie azioni col meccanismo del livello per riuscire a fare punteggi decenti.


A venirci incontro il tal senso è l' ottima pensata di dare continue infiniti. Raggiunto uno dei numerosi checkpoint del livello, potremo morire quante volte vorremo, ripartiremo sempre da lì. Da un lato questo di certo smorza la difficoltà rispetto a giochi come Donkey Kong Country Returns, dove i gameover si sprecavano, ma dall' altro credo che ciò ammortizzi notevolmente il fattore frustrazione, che altrimenti avrebbe reso Rayman Origins il gioco più frustrante del millennio.
Ma la difficoltà dipende essenzialmente dall' approccio con cui giochiate. Se v' interessa unicamente arrivare alla fine del livello lo farete senza particolari difficoltà, anzi, vi risparmierete la maggior parte degli ostacoli. Se invece siete dei completisti, preparatevi all' inferno. Ma se posso permettermi, se rientrate nella prima categoria non compratelo nemmeno, al massimo giocateci da qualcuno, perché significherebbe perdersi la vera anima del gioco, considerando che solo cercando di ottenere tutti i Lum e le casse del livello riuscirete a vedere il sopraffino lavoro di level design dei programmatori, e il meccanismo millimetrico che muove il tutto.


Prima oltre che delle azioni ho nominato anche le situazioni. E pure qui rientriamo tutto sommato in situazioni classiche per il genere, con piattaforme che cadono, che si spostano (come il classico serpentone da seguire), sessioni di volo con Mosquito (forse un pò abusate, ma le ho trovate ben più divertenti di quelle nel barile di Donkey Kong Country Returns), fughe (molte), e anche gli inseguimenti, questi forse piuttosto freschi, non mi vengono in mente altri esempi del genere. In particolare a risaltare sono gli inseguimenti dei forzieri, contenenti i Denti del Teschio necessari per accedere al mondo segreto. Queste saranno sfide via via più impegnative, anche MOLTO impegnative, probabilmente in un paio di casi pure frustranti.
Ma qua ci vuole una tirata d' orecchio fortissima! Uno di questi inseguimenti è buggato. Vedere per credere. Io sono riuscito a superarlo per puro caso, ho sentito che dipende dal fatto che si plani o meno, ma sostanzialmente ci vuole molta fortuna. Sinceramente mi sconvolge che Ubisoft non abbia ancora rilasciato una patch per correggerlo.
By the way, la longevità pur non essendo sconvolgente è discreta, sempre stando il fatto che se mirate semplicemente a correre attraverso i livelli per vedere la fine vi durerà non più di tre giorni scarsi.


E parliamo della grafica. Origins è il primo gioco a sfruttare il motore proprietario della Ubisoft, Ubi Art, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo stato dell' arte del 2D. Abbiamo a che fare con una qualità (sia in termini puramente tecnici che di design) al pari se non superiore alle migliori produzioni animate di sempre. Tanto che sarebbe davvero un occasione sprecata non utilizzarlo per realizzare un lungometraggio o qualcosa del genere! E tanta meraviglia grafica è accompagnata da un comparto musicale che definire ispirato è poco. Procuratevi l' OST prima di adesso!


Poco altro da aggiungere. Vi invito a comprare in massa il gioco, visto che non sta facendo gli sfracelli che meriterebbe di fare. Una buona volta che esce un gioco con un pò di personalità, supportiamolo. Tra l' altro di sicuro scenderà presto di prezzo, quindi non avete più scuse.


Grafica: 10
Sonoro: 9
Giocabilità: 8,5
Longevità: 8


Voto: 8,5



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