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sabato 14 novembre 2009

Tokyo Magnitude 8.0 - Recensione

Mirai è una ragazzina frequentante le medie. Non riesce particolarmente bene a scuola, ed è spesso insofferente dei genitori e del fratello Yuuki, annoiata dal tran tran quotidiano. Ma, all' inizio delle vacanze estive, si recherà col fratello ad una fiera robotica ad Odaiba, quartiere di Tokyo lontano da casa loro. Il caso vuole che proprio quel giorno un terremoto dell' ottavo grado della scala Richter si abbatta sulla città, devastandola. Con l' unico desiderio di tornare a casa, essi si metteranno in viaggio per Tokyo accompagnati da Mari, giovane ragazza madre preoccupata di sapere se sua madre e sua figlia siano ancora vive.

I giapponesi sentiranno i temi di quest' anime piuttosto vicino, dato che il Giappone è notoriamente una zona dal rischio sismico tra le più alte del mondo, e figuriamoci il popolo italiano, per i recenti fatti di L' Aquila. Ma al di là di ciò, l' idea di una storia gravitante intorno ad un disastro del genere potrebbe avere risvolti fantastici. È il caso di Tokyo Magnitude 8.0? Non credo proprio. Perché tutti i problemi di questa serie, se escludiamo qualcosa delle ultime puntate (11 in tutto), che comunque non salvano la baracca più di tanto, si possono riassumere in ciò che comportano alla fine: noia. E, nonostante mi sia commosso davanti a diversi anime, ho l' impressione che potrei passare per una bestia insensibile, leggendo i pareri entusiasti degli appassionati per la rete.
Da dove comincio? Dall' intreccio in sè? Praticamente tutta la serie segue questo viaggio lungo Tokyo, tra incontri con altri terremotati e altri incidenti causati dalle scosse telluriche. Ma, a mio modesto parere, non accade MAI nulla di veramente interessante. Parliamo di questi incidenti: quando capitano sono più o meno catastrofici (lo Studio Bones ha affermato di aver fatto riferimento a degli studi precisi sugli effetti di un terremoto di quel calibro. Posso anche crederci), ma non succede nulla di veramente rilevante, tanto se muore qualche mister sconosciuto non ce ne frega più di tanto (ma non aspettatevi di vedere frittatine d' uomo: nonostante sia un anime su una catastrofe naturale c' è un' incredibile penuria di cadaveri in questo cartone, e se ci sono sono rigorosamente riuniti e coperti da lenzuola), e per quanto possa essere disastroso, i protagonisti non perderanno mai troppo tempo a rifletterci su ("Oh porca troia, sta cadendo la Torre di Tokyo!... è caduta? Ok, andiamo"), e di certo loro non possono morire (ora, so esattamente cosa sta pensando chiunque abbia visto l' anime, ma tranquilli, arriveremo anche a quello a fine recensione).

E i personaggi seguono quegli stereotipi degli anime che odio fino alla morte. Ridono quando non c' è nulla da ridere (o anche semplicemente quando non è successo nulla di nulla), sono buoni come pezzi di pane, sempre disponibili, sempre gentili, sempre sorridenti... e se c' è una scena di "approfondimento psicologico", in cui per qualche secondo realizzano la portata della tragedia, fanno la faccia scura per un paio d' inquadratura, e poi via di sorrisi. Grande!
Oh, ma per far risaltare l' aureola dei buoni, tutti gli altri abitanti di Tokyo sono degli stronzi cafoni. Grande!
Personaggi memorabili? Zero spaccato. Mirai, che poi, alla fine dei conti, sarebbe quella centrale, è quella più interessante (modo gentile per non dire meno noiosa), e direi che alla fine il punto focale di tutta la trama sarebbe la sua maturazione. Si, alla fine di tutta la storia supererà la sua crisi adolescenziale e apprezzerà meglio la sua famiglia. E dire che c' è gente che ce la fa senza terremoto.
Yuuki. Oddio, Yuuki. Ammetto di partire prevenuto nei suoi confronti, considerando che odio quasi tutti i personaggi bambino in qualsiasi cosa (una delle poche eccezioni, di sicuro l' unica che ami veramente, è Pino di Ergo Proxy), ma questo è riuscito a smuovermi le interiora in maniera viscerale. Mi sento solo di dire: fastidioso.
Mari è uno di quei buoni samaritani di cui avevo parlato prima, non credo di dover aggiungere altro.
E poi... basta, direi che quelle tre/quattro comparse con qualche battuta in più sono del tutto trascurabili.
Meno male che la serie è breve, sennò non so davvero se l' avrei finita (e già così ho fatto molta fatica).

Sotto il profilo tecnico, alti e bassi, e i bassi sono semplicemente nel design, non di mio gusto: non mi piace lo stile dei personaggi. Per il resto nulla da dire, le scene del terremoto sono ottime.
Sul sonoro, a parte il buon doppiaggio giapponese, nulla da segnalare, nessun brano in particolare mi è sembrato memorabile.

Alla fine, mi riaggancio al discorso che ho accennato sopra. Molti di quelli che l' hanno visto diranno "Ma come? Non ti ha commosso il colpo di scena delle ultime puntate? Non hai pianto alla fine dell' ultima puntata?"
Beh, no. Onestamente, quella svolta semi-paranormale lascia il tempo che trova, d' altronde, non provando empatia per nessuno dei personaggi, cosa poteva fregarmene? È servita soltanto a confondermi per qualche minuto non capendo cosa stesse succedendo, ma niente di più.
L' impressione che ho ricevuto da questa serie è che abbia voluto fare un pò Una tomba per le lucciole, ma nel caso non l' abbiate ancora capito, il risultato è nettamente inferiore. Perché se lì la sofferenza dello spettatore nasceva dall' intensità del dramma, qui ho sofferto per la noia, dovendo seguire uno schema delle puntate che si può riassumere in "camminano, si fermano, ogni tanto incontrano una comparsa con due battute in più, scossetta di terremoto, qualche evento insignificante, occasionale "approfondimento psicologico" e/o "scene drammatiche", boss finale (scossa più forte con relativo crollo di palazzo), poche altre varianti".
E se anche la suddetta svolta ha smosso un pò le acque, possibile che mi sia dovuto tagliare le vene per 9 puntate, prima?

Voto: 5,5

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