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domenica 15 maggio 2011

"Arancia Meccanica", di Anthony Burgess

Classico caso di un libro la cui popolarità viene soppiantata dall' adattamento cinematografico. Certo però che se l' adattamento a farlo è stato un certo Kubrik magari un' occhio si può chiudere, specie quando lo stesso Burgess si dice pienamente soddisfatto di come il suo libro sia stato trattato.

E in fin dei conti tra il vedere Arancia Meccanica e il leggerlo passa meno differenza di quanto non si possa pensare. Il messaggio è lo stesso; o almeno, sarebbe lo stesso se non fosse per il capitolo finale extra inspiegabilmente aggiunto da Burgess in un' edizione successiva dell' opera, che prosegue da dove il film finisce (che è la conclusione originale del romanzo), dando al tutto una conclusione un pò consolatoria che stride col cinismo del resto del libro.

Poco male comunque, ci troviamo lo stesso davanti ad un capolavoro, di quelli che ti ricordi, anche solo per la loro crudezza, che se riuscirete a interpretare nel fitto del linguaggio artificioso in cui è scritto (ricordate come parla Alex?), vi renderete conto essere anche maggiore rispetto al film.

Infine, leggere il libro è l' unico modo per capire finalmente il senso del titolo. Direi che è un motivo più che sufficiente, no?

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