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domenica 29 maggio 2011

"Nemesis", di Mark Millar e Steve McNiven


Millar è l' artista di punta della Marvel degli ultimi anni, e a buon merito, considerando la qualità media delle sue produzioni, che spesso non temono di "dare scandalo", con personaggi cinici e spesso crudamente estremi. Ma forse sarebbe un bene se ci si prendesse una pausa ogni tanto, magari darebbe modo di non riciclare sé stessi e divenire la propria ombra. Con questo non intendo dire che Millar sia improvvisamente arrivato alla fine della sua carriera, ma semplicemente che Nemesis, per quanto sia il più estremo per certi aspetti tra i suoi lavori, è paradossalmente il più moscio che abbia letto. La forza dell' autore è quella di saper unire forti dosi di cinismo e dissacrazione a un messaggio di fondo intrigante, come quello sulla libertà di scelta di Wanted, o la realizzazione del "sogno nerd" di Kick-Ass. Qui non c' è veramente niente di tutto ciò.
Nemesis è un bastardo, tra i peggiori che vi capiterà di "leggere", ma alla fine del fumetto (di sole 4 uscite) ho provato una sensazione di amarezza in bocca, per quanto fine a sé stessa sia stata la trama lungo tutto il suo arco. Alla fine di domande irrisolte ce ne sono a bizzeffe, specie sull' apertissimo (o inconcludentissimo?) finale, che tra l' altro presenta uno dei colpi di scena più improbabili che abbia mai visto.
Insomma, quattro numeri pieni di esplosioni, massacri, e via dicendo, ma alla fine non si sa manco perché uno li abbia letti, se non per gli ottimi disegni di McNiven. Meglio saltare a pié pari Nemesis e guardare direttamente alla seconda stagione di Kick-Ass.

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