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giovedì 8 settembre 2011

"Full Metal Alchemist", di Hiromu Arakawa - Recensione


I fratelli Edward e Alphonse Elric, provetti alchimisti, furono abbandonati dal padre da piccoli, rimanendo con la madre. Alla morte di questa e ancora ragazzini, tenteranno un esperimento alchemico per resuscitarla, che però fallirà con risultati disastrosi. Il primo perderà un braccio e una gamba, il secondo vedrà il suo corpo perduto del tutto, sopravvivendo solo legando la propria anima ad un armatura. Intraprenderanno un viaggio alla ricerca dell' unico metodo per riottenere i loro corpi, ossia il segreto alchemico definitivo: la pietra filosofale.

Nell' ormai REMOTISSIMO Settembre 2006, recandomi a scuola, passai come sempre di fronte all' edicola, quando mi cade l' occhio sul reparto manga, e scorgo il terzo numero di Full Metal Alchemist. Memore della serie animata, all' epoca in onda su MTV, decisi di prenderlo, anche perché la messa in tv era in pausa, e quindi la trama era rimasta bloccata più o meno dov' era arrivata la pubblicazione del manga in Italia. Il fatto che ieri abbia comprato il 27° e ultimo tankobon testimonia decisamente quanto mi sia piaciuta la serie. Eh si, quando finisce qualcosa che piace si rimane sempre male, ma quando si giunge al termine di una storia che ci ha accompagnati per cinque anni esatti ci si rende effettivamente conto di quanto tempo sia passato, di come fossimo quando la iniziammo, di come siamo ora. E di come anche i personaggi siano cambiati nel frattempo, una vera e propria crescita parallela.

Ma insomma, a esser sincero e a voler esser più terra terra alla fine quello che ti manca veramente cono i piccoli particolari, quali il leggere le vignette di apertura dell' autrice, le strip finali, o quei piccoli dettagli nascosti nelle vignette. Insomma, il proprio rapporto con l' opera.

FMA rientra nel novero degli shonen manga più puri, è chiaro. Ma a dispetto alla media di questi, e soprattutto dei capisaldi del genere, quali One Piece e Naruto, qui abbiamo a che fare con una struttura in cui i combattimenti non sono la chiave di volta di tutta la storia, pur rimanendo momenti importanti della narrazione. Qui non ci sono combattimenti che durano interi volumi, per una progressione effettiva della trama lentissima, come anche non ci sono potenziamenti assurdi e ai limiti del ridicolo dei personaggi: la loro forza è quella, dall' inizio alla fine.
Non che i combattimenti manchino d' inventiva o intensità, ovvio. La questione dell' alchimia viene comunque sfruttata più per la realizzazione di effetti spettacolari nei combattimenti che altro, anche se, come sarà chiaro, non è un semplice mezzuccio estetico, ma il vero centro della storia.

I personaggi sono tanti, tantissimi! Il mondo di FMA è popolato da tanti attori che si muovono sul palcoscenico impegnati nella loro vita quotidiana, tutti umanissimi, chi avaro, chi generoso, chi caritatevole e chi spietato. In tutto questo a risaltare però sono i "cattivi", quali il gruppo degli Homunculus (e altri che non vi anticipo), che apriranno più volte la questione di cosa faccia veramente di un essere umano tale e quali siano i suoi pregi e difetti. Nulla di veramente originale, ma raccontato ottimamente.

Sul fronte disegni, l' opera è un piccolo capolavoro. Il design dei personaggi è fresco e originale, e il disegno degli ambienti e degli oggetti è sorprendentemente dettagliato e preciso. A ciò si aggiungono i combattimenti, delineati con chiarezza e chiara velocità d' azione.

A fronte del tempo che ho passato con questo mondo non posso essere del tutto oggettivo nella valutazione di questo manga. Ma mi sento di dire con assoluta certezza che nel panorama degli shonen è difficile trovare qualcosa di così particolare e fresco, privo di molti degli stereotipi narrativi del genere. Tra ristampe e versioni GOLD trovarlo non è assolutamente difficile, senza neanche spendere un patrimonio. E ricordate, secondo il principio dello scambio equivalente tanto date, tanto ricevete. O forse no?

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