Saramago è un autore con pochi peli sulla lingua. Tratta qualsiasi argomento e lo tratta con la crudezza di particolari che hanno i documentari più spietati e più veritieri. Altra caratteristica di Saramago è una certa passione per i temi difficili, facili allo scandalo. D' altronde scrivere una ri-narrazione della vita di Gesù cristo dal concepimento alla morte in croce non è un' impresa da poco, visto che probabilmente è più difficile raccontare in maniera nuova una storia che conosciamo tutti che non una nuova di zecca. Specie se poi si mira a scriverne un vero e proprio vangelo umano, in cui Gesù non è un messia che accetta placidamente l' orribile fine che l' attende, ma un uomo come un altro che si trova invischiato nella tela ordita da un padre tiranno e onnipotente, nel senso più letterale del termine.
Quello che ne esce è un quadro affascinante di un' epoca dove la devozione a Dio è tutto, ma offerta ad un Dio che forse nessuno del suo popolo eletto capisce pienamente, e nemmeno lui sembra capire più di tanto a che fare ci stia, fagocitando sé stesso in una spirale di spietate devozioni e conflitti divini, puramente fini a sé stessi.
E siamo tutti legati da questa catena egoistica, visto che la nostra predestinazione è a noi sconosciuta, così come il volere del Padre, paradigma dell' autorità castrante, che a nulla si piega. E "non si dica che il diavolo non abbia tentato Dio".
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