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mercoledì 29 dicembre 2010

Mushishi - Recensione

Ginko di professione fa il Mushishi, ossia lo sterminatore di mushi, esseri simili agli spiriti che vivono in un piano più profondo della natura, influenzando lei e noi. Tali Mushi possono essere innocui come pericolosi, quindi Ginko viaggia costantemente da un luogo all' altro prestando i propri servigi per debellare tali minacce.

Molti uomini si pongono per tutta la vita la domanda su se ci sia qualcosa oltre il mondo che vediamo. Ginko non se la pone, perché la sua risposta è ogni giorno sotto i suoi occhi. Oltre il nostro mondo stanno i mushi. E oltre il loro? Forse nulla, in fin dei conti loro stessi, pur essendo apparentemente poco più di animali invisibili ai più, sembrano comprendere meccaniche del mondo a noi del tutto ignote.
E noi che ruolo abbiamo in tutto ciò? Convivendo nello stesso mondo anche le nostre azioni hanno ripercussioni sui mushi, pur sembrando il più delle volte che ne siamo semplici vittime, e i nostri drammi esistenziali s' intrecciano con quelli provocati da loro (quando anzi non sono loro stessi feticci dei nostri problemi).
Ginko viaggia, e ne vede tante di cose, ma non pare porsi troppe domande. In un viaggio del genere porsele potrebbe essere inutile, anzi, deludente. Nella vita di risposte se ne hanno poche, e quando le ottieni non sono sempre quelle che ti saresti aspettato.
Qual' è il senso della vita? Ma soprattutto, ce l' ha un senso? Perché se i mushi, pur essendo gli esseri più vicini al principio primo dell' esistenza sono semplici animali che vivono in simbiosi con la natura, forse il messaggio è solo quello: vivere, accettando tutti i doni, sia quelli buoni che quelli cattivi.
Quello che fanno molti uomini con i mushi è aggrapparsi a false illusioni di felicità create sfruttandoli, ma ciò non può portare a nulla di buono, quando magari non sono i mushi stessi a creare gli incubi in cui si vive.

La natura così riflessiva dell' anime si riflette sul piano visivo e sonoro. Il primo, fedele a quello del manga, si traduce in immagini spesso dai colori non troppo accesi, come a creare un' atmosfera di sospensione nella natura, in cui l' unico elemento a risaltare per la loro luce ultraterrena sono proprio i mushi. Unica nota stonata, a mio avviso, i volti di molti personaggi si somigliano un pò troppo.
Le musiche invece sono deliziose. Poco invasive, servono perfettamente a sottolineare l' atmosfera di "magica normalità" che permea la produzione. Da segnalare la canzone della sigla d' apertura, magnifica (The Sore Feet Song, di Ally Kerr) e i vari brani di chiusura, poetici.

Mushishi si presenta come una serie da consigliare con attenzione, visto che la sua natura pacata (forse troppo, certe volte) ne compromettono la raccomandazione a tutti, che potrebbero trovarlo noioso. Comunque sia se ne consiglia la visione di almeno qualche episodio, avrete perfettamente chiaro cosa attendervi dal cartone e soprattutto se è di vostro gradimento.

Voto: 8,5

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