Molti uomini si pongono per tutta la vita la domanda su se ci sia qualcosa oltre il mondo che vediamo. Ginko non se la pone, perché la sua risposta è ogni giorno sotto i suoi occhi. Oltre il nostro mondo stanno i mushi. E oltre il loro? Forse nulla, in fin dei conti loro stessi, pur essendo apparentemente poco più di animali invisibili ai più, sembrano comprendere meccaniche del mondo a noi del tutto ignote.
E noi che ruolo abbiamo in tutto ciò? Convivendo nello stesso mondo anche le nostre azioni hanno ripercussioni sui mushi, pur sembrando il più delle volte che ne siamo semplici vittime, e i nostri drammi esistenziali s' intrecciano con quelli provocati da loro (quando anzi non sono loro stessi feticci dei nostri problemi).
Ginko viaggia, e ne vede tante di cose, ma non pare porsi troppe domande. In un viaggio del genere porsele potrebbe essere inutile, anzi, deludente. Nella vita di risposte se ne hanno poche, e quando le ottieni non sono sempre quelle che ti saresti aspettato.
Qual' è il senso della vita? Ma soprattutto, ce l' ha un senso? Perché se i mushi, pur essendo gli esseri più vicini al principio primo dell' esistenza sono semplici animali che vivono in simbiosi con la natura, forse il messaggio è solo quello: vivere, accettando tutti i doni, sia quelli buoni che quelli cattivi.
Quello che fanno molti uomini con i mushi è aggrapparsi a false illusioni di felicità create sfruttandoli, ma ciò non può portare a nulla di buono, quando magari non sono i mushi stessi a creare gli incubi in cui si vive.
La natura così riflessiva dell' anime si riflette sul piano visivo e sonoro. Il primo, fedele a quello del manga, si traduce in immagini spesso dai colori non troppo accesi, come a creare un' atmosfera di sospensione nella natura, in cui l' unico elemento a risaltare per la loro luce ultraterrena sono proprio i mushi. Unica nota stonata, a mio avviso, i volti di molti personaggi si somigliano un pò troppo.
Le musiche invece sono deliziose. Poco invasive, servono perfettamente a sottolineare l' atmosfera di "magica normalità" che permea la produzione. Da segnalare la canzone della sigla d' apertura, magnifica (The Sore Feet Song, di Ally Kerr) e i vari brani di chiusura, poetici.
Mushishi si presenta come una serie da consigliare con attenzione, visto che la sua natura pacata (forse troppo, certe volte) ne compromettono la raccomandazione a tutti, che potrebbero trovarlo noioso. Comunque sia se ne consiglia la visione di almeno qualche episodio, avrete perfettamente chiaro cosa attendervi dal cartone e soprattutto se è di vostro gradimento.
Voto: 8,5
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