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lunedì 27 dicembre 2010

L' esplosivo piano di Bazil

Ritorna Jean-Pierre Jeunet, regista del bellissimo Il Favoloso mondo di Amélie, con un film che non ci fa sognare come il predecessore, ma che di sicuro allieterà un paio di orette della nostra vita con una storia per certi versi molto innocente, per altri incredibilmente pungente, ma sempre raccontata con un ché di poetico che di sicuro si fa apprezzare molto, specie in un periodo come questo in cui, purtroppo, a dominare le classifiche ci pensa il cinemerdattone.
La vita di Bazil è sempre stata segnata dalle armi. Prima da una mina, che fece morire suo padre in oriente.
Poi da una pallottola vagante, che gli procurerà un parziale ritardo mentale e lo fa finire in mezzo alla strada. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, visto che si unirà ad un gruppo di "clochards" dai più disparati talenti. Una famiglia su cui fare affidamento, specie quando deciderà di vendicarsi dei produttori delle armi che gli hanno sconvolto l' esistenza.
Come dicevo, il film non raggiunge le vette poetiche di Amélie, ma neanche ci prova, in fin dei conti il regista non aveva da dimostrare certo che sapesse clonare sé stesso. Certo la mano è la stessa, e si vede in certi elementi che danno un tono fiabesco, quali i vari talenti dei barboni (forse uno spunto di critica sociale? Tante persone intelligenti e talentuose in mezzo alla strada? Certo dovrei conoscere la situazione sociale in Francia per saperlo con certezza, ma è un messaggio applicabile anche all' Italia), o anche i piani geniali e strampalati con cui mettono nel sacco i ben poco onesti fabbricanti d' armi.
Grande prova degli attori (tra l' altro si ripresentano alcuni volti del precedente film), che sanno dipingere i loro personaggi con espressività e carisma, tanto che anche i cattivi sono un piacere da guardare.
Se il vostro film natalizio dev' essere uno, fate che sia questo.

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