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martedì 11 gennaio 2011

Kuuchuu Buranko - Recensione

Ichiro Irabu è lo psichiatra del suo ospedale. Manco fosse Freud, seguiremo la sua cura di vari pazienti che si sottopongono ai suoi servizi, decisamente poco ortodossi.

La prima definizione che darei di Kuuchuu Buranko se mi venisse chiesta sarebbe quella di un Paranoia Agent sotto acido. Anche se può non sembrare, entrambi i lavori hanno molti punti in comune, fondamentalmente riconducibili ad uno soltanto: l' analisi di vari casi di patologia mentale legati alla società moderna. Certo, l' anime qui recensito non ha la stessa valenza di critica sociale del suo termine di paragone, più che come la società mastichi la vita delle persone a lui interessa raccontare "semplicemente" le loro paranoie, e ne vedrete di tutti i tipi. Spesso però il dottore sembra messo peggio che i suoi pazienti. Irabu sembra un personaggio senza senso, e fondamentalmente lo è; egli è il grillo parlante del terzo millennio, quello più matto di te che però ti dice come comportarti. Dopotutto sono ordini del medico.

Infantile, egocentrico, feticista delle iniezioni, con seri disturbi della personalità, tanto che non è raro che si triplichi (letteralmente). E' un uomo che pur indossando una maschera (d' orso) vive spontaneamente, e fondamentalmente è quello che suggerisce a tutti i suoi pazienti, di vivere superando le maschere che si autoimpongono a mò di difesa, di superare le barriere ansiogene che si creano. L' animalizzazione dei pazienti è esternazione di quei sintomi che ne limitano la vita, e quindi ne fanno men che uomini. Ma lui è solo il medico. Ti indica la via, magari ti ci spinge dentro, ti fa lo sgambetto, ma devi essere tu a camminare.

Il rischio con un impostazione del genere è che la serie risulti noiosa. Deve sempre darti stimoli, o annoia. Per nostra fortuna Kuuchuu Buranko sa intrattenere, merito la costante atmosfera giocosa del tutto e i personaggi presentati, che ne fosse capitato uno che non accattivi! Tutti e gli undici i pazienti sono delineati ottimamente, e per quanto le loro vicende si aprano e si chiudano nel corso di una puntata lo spettatore è coinvolto nella loro vicenda.

Certo, la natura episodica, e quindi la mancanza di un filo conduttore narrativo, rende la visione piuttosto "fine a sé stessa", considerando che, se non per qualche collegamento secondario, (quasi) ogni puntata è una storia a sé. Poco male, comunque, visto che la noia non fa mai capolino, anzi, qualche risata ci scappa. Ciliegina sulla torta le apparizioni estemporanee di Fukkuichi, che infarciscono le puntate di nozioni mediche.

Purtroppo la mancanza di un grosso budget sembra trasparire da molti elementi, quali la brevità (11 episodi) e il riciclo (comunque non assurdo) di scene. Dettagli comunque che non inficiano più di tanto i meriti della serie, che si ravvisano anche e soprattutto sul piano visivo, che è quello che colpisce per primo. Non perderò tempo a descrivere la follia cromatica di tutto, vedrete e capirete. Spendo solo due parole sull' utilizzo di attori in carne e ossa in molte animazioni: geniale!

Le musiche presentano motivetti accattivanti. Da premiare l' opening, l' ending, e l' uso occasionale di brani classici (in una scena l' uso della lirica la rende esilarante).

Forza e coraggio, dunque, non fatevi scoraggiare dalla sua stranezza. Vedetene una, magari due puntate, se vi piaceranno allora tutta la serie farà per voi, nel caso contrario mi spiace per avervi fatto perdere tempo, forse necessitate di un' iniezione di vitamine.

Voto: 8,5

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